Le uova delle meraviglie di Fabergé


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Foto: Uovo della Transiberiana di Peter Carl Fabergé - fonte: © greenacre8/flickrLa Pasqua in Russia è da sempre la festa più importante della religione Ortodossa. Dopo le funzioni religiose, le famiglie usano, come un tempo, riunirsi per scambiarsi doni, che la tradizione vuole siano uova colorate, simbolo di rinascita.

Nella Pasqua del 1885 cadendo anche l’anniversario di matrimonio fra lo Zar Alessandro III e della Zarina Maria Feodorovna, l’Imperatore contattò un giovanissimo gioielliere, Peter Carl Fabergé, chiedendogli di creare un uovo di Pasqua degno dell’evento.

La mattina di quella Pasqua Fabergé consegnò allo Zar un uovo assolutamente unico che a prima vista sembrava semplicemente un uovo smaltato, ma al suo interno, non solo c’era una gallina, sempre in oro, ma addirittura nel suo ventre nascondeva una miniatura della corona imperiale in diamanti ed un rubino sempre a forma d’uovo.

Negli anni successivi lo Zar continuò a commissionare a Fabergé un uovo per ogni Pasqua e la tradizione fu portata avanti anche da suo figlio Nicola II. La condizione era una sola: che ogni uovo fosse un pezzo unico e che contenesse, sempre, una meravigliosa sorpresa per l’imperatrice.

Così, Fabergé si misurò anno dopo anno con questa sfida raggiungendo con le sue creazioni livelli sempre più alti di genialità e stravaganza: uova che splendevano di smalti scintillanti, ori colorati, gemme, avorio, argenti platinati e pietre preziose. Uova che, inoltre, contenevano sempre inestimabili miniature, deliziose riproduzioni di ogni cosa: dalla carrozza imperiale alla Transiberiana, da Palazzi Reali a  quadri pregiati.

Ed è proprio grazie al favore della famiglia reale russa che Fabergé è stato consegnato alla storia ed alla cultura artistica mondiale.

La maestria di Fabergè nell’arte orafa, che non si può liquidare solo con le creazioni delle uova Pasquali ma che con il tempo si è estesa a qualsiasi altro oggetto di gioielleria, era dovuta anche alla sua lungimiranza e cultura, che lo avevano indirizzato a cercare collaboratori che fossero veri maestri orafi specializzati in tecniche antiche, in tutto o in parte cadute in disuso, i quali lavoravano su metalli e leghe speciali, utilizzando qualsiasi varietà di colori: come il giallo, il bianco, il rosso e l’azzurro. Fabergé ed i suoi assistenti avevano perfezionato tecniche già note agli orafi medioevali francesi ed orientali, dette cloisonné, champlevé e guilloché che utilizzavano smalto traslucido su sfondo arabescato. Nasce così lo “stile Fabergé”.

La dinastia dei Romanov finì tragicamente con la Rivoluzione di Ottobre del 1917. E con essa finì la vicenda artistica di Peter Carl Fabergé, il cui nome rimane indissolubilmente legato a quello dei suoi Zar ed alle sue favolose “Uova di Pasqua Imperiali” che ora abbelliscono i musei del mondo.

 

Foto: Uovo Equestre di Peter Carl Fabergé - fonte: © Stan Shebs



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