Selinunte e il mito di Medusa


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E’ l’area archeologica più imponente del vecchio continente. Sorta tra due fiumi, il Modione ed il Cottone, riposta  su un fantasmagorico territorio proteso sul Mar Mediterraneo. Duecentosettanta ettari di superficie, esorbitanti quantitativi di reperti archeologici, santuari e templi di incomparabile splendore. Siamo nel 650 a.C. a Selinunte nel territorio di Castelvetrano, nel trapanese, in Sicilia. Nemica di Cartagine e Segesta, allora città alleate, Selinunte venne ben presto isolata e distrutta  dalle folte truppe del prode Annibale che con quasi centomila  soldati imprigionò e torturò migliaia di civili mettendo in ginocchio l’intera cittadina. Le meraviglie rintracciabili in questa stupenda zona della Sicilia sono numerose, tra queste spicca su una collina l’imponente Acropoli attorniata da cinta murarie, fortificazioni a blocchi del V-VI secolo  a.C.  con torri e porte, poste rispettivamente nelle zone est, ovest e nord. Nell’Acropoli troviamo molti antichi edifici pubblici e religiosi e non mancano le residenze di molte ricche ed agiate famiglie dell’epoca, nonché resti in tufo di ben cinque templi dorici. Ma è nel tempio dedicato al Dio Apollo che il mito si fonde con la storia. Largo ventiquattro metri e lungo all’incirca sessantaquattro tra le numerose colonne del tempio sono state ritrovate alcune particolari metope, ovvero porzioni di muro suggestivamente scolpite e decorate che stupiscono per la loro unicità e per il loro pregio. Tra tutte spicca, anche per le inquietanti leggende popolari che ruotano attorno a questo figura mitologica, quella raffigurante l’uccisione della perfida e mostruosa  Medusa da parte di Perseo. Un’esecuzione su commissione senza precedenti nella storia della mitologia greca che ha incantato e affascinato i popoli di tutte le epoche. Magia, poteri magici, intrighi, complotti, invidia e vendette sono alla base di questa, che può di diritto considerarsi una tra le narrazioni mitologiche più inquietanti e cariche di suspence mai narrate. Ma chi era Medusa? E perché Perseo dovette ucciderla? Da dove nasce tanto mistero?

Medusa aveva due sorelle chiamate Steno e Curiale, tutte e tre erano figlie di Ceto e Forco, appartenenti alla famiglia dei Gorgoni. I Gorgoni erano figure femminili dallo sguardo terrificante, con chiome fatte o intrecciate di serpi al posto dei capelli, ali d’oro, mani con artigli di bronzo, zanne di cinghiale. La loro bruttezza impietriva chiunque le guardasse. La più famosa delle tre era senza dubbio Medusa, custode degli Inferi, regina delle Gorgoni, per espresso volere di Persefone. Medusa a differenza delle sue due sorelle era una mortale, molto attraente, con un grandissimo fascino e dall’irresistibile bellezza. Ben presto per il suo infinito splendore e per la sua meravigliosa capigliature sciolta e copiosamente distesa, la giovane finì con il rivaleggiare in bellezza con le sfere più alte dell’Olimpo, nonché con la potente e terribile Atena, suscitandone cosi inevitabili sentimenti di invidia. Ma la bellissima Medusa ormai faceva strage di cuori e tra i sui tanti amori ebbe anche Poseidone, Dio del Mare. Poseidone era innamorato di Medusa, e una notte la portò al tempio di Atena per consumare il loro amore.

In risposta a questa offesa, Atena tramutò i capelli di Medusa in serpenti e fece sì che chiunque le guardasse gli occhi venisse tramutato in pietra, commissionandone la morte. Ordinò al Tiranno di Serifo di consegnarle la testa della rivale, il quale affidò il compito al valoroso  Perseo che avrebbe dovuto poi consegnarla a a Polidette, mitico figlio di Magnete, pietrificato in passato dalla visione del capo della Gorgone. Fù cosi che in gran segreto, Perseo, giunse dalle Graie(donne dalle sembianza di corvo) sorelle delle orribili Gorgoni, per costringerle con la forza e il ricatto a farsi dire quale poteva essere la via per raggiungere le Ninfe, dalle quali poi si fece dare un elmo per l’invisibilità, una bisaccia e dei sandali alati per poter volare. Ma tutto ciò non bastava ancora per battere Medusa, cosi Perseo per compiere al meglio la sua missione ricevette dalla furiosa Atena e dal bellicoso Ermes uno specchio per schivare le insidie del temibile sguardo della mostruosa donna insieme ad un falcetto, per difendersi dalle serpi nei capelli di Medusa. Cosi Perseo reso invisibile dall’elmo furbescamente  trafugato alle Ninfe, approfittando del sonno delle Gorgoni, si scaglio contro di loro eroicamente, impugnò lo specchio donatogli dagli Dei guardando l’immagine di Medusa nello stesso, per evitare di rimanere pietrificato dal suo sguardo. Cosi con un colpo secco utilizzando il falcetto le tagliò la testa per poi chiuderla nella bisaccia delle Ninfe.

Fù cosi che dal corpo senza testa di Medusa tra numerosi rivoli di sangue uscirono i figli che aveva generato dopo la notte con Poseidone, Pegaso e Crisaore. Il sangue di Medusa aveva poteri speciali. Quello fuoriuscito dalla vena sinistra era un veleno potentissimo e fatale, invece quello schizzato fuori dalla vena destra riusciva a resuscitare i defunti e venne usato dal nipote di Zeus e figlio di Apollo, Asclepio, per l’esercizio delle arti curative e mediche. Perseo, a conclusione della sua carneficina donò la testa mozzata di Medusa ad Atena, la quale la ripose al centro del suo insigne scudo, cosi da sfruttare il potere pietrificante della testa della bellissima Gorgone ormai decapitata, per poter pietrificare i nemici giunti al suo cospetto. La giustizia e la vendetta degli Dei si erano magistralmente compiute. Il mito di Medusa ha incantato folle sterminate di bagnanti e marinai che per secoli nelle numerose avventure in mare aperto, hanno temuto di imbattersi nello sguardo terribile e pietrificante di questa donna mostruosamente bella.

Giorgio Mammoliti



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