Restaurato il crocifisso di Bernardo Daddi. L’opera torna al museo Bardini di Firenze dopo 12 anni


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Per dodici anni è rimasto chiuso in una cassa, ma ora, dopo 24 mesi di accurati restauri, torna al museo Bardini di Firenze il grandioso crocifisso dipinto da Bernardo Daddi intorno al 1340. L’opera misura 4,76 x 4,20 metri ed è dunque ben più imponente del celebre “Cristo” di Cimabue. Il crocifisso sarà esposto dal 3 ottobre nel Salone dei Dipinti, in occasione del ciclo di mostre “Le stanze dei Tesori”.
Il crocifisso di Daddi fa infatti parte della ricchissima collezione che l’antiquario Stefano Bardini ha lasciato in dono al comune di Firenze insieme al palazzo di Piazza dei Mozzi, che appunto ospita il museo. Il restauro è stato realizzato da Nicola Mac Gregor ed Elisabetta Codognato, mentre Ginevra Utari firma un approfondito studio storico-artistico, che non solo conferma la paternità dell’opera, ma ne definisce anche la probabile identità. Per importanza e dimensioni il crocifisso sarebbe, infatti, la “Crux de medio ecclesiae” del Duomo di Firenze, ossia il crocifisso dell’altare principale misteriosamente scomparso nella prima metà del Quattrocento.
Non si sa come l’antiquario fiorentino entrò in possesso del crocifisso, né da chi e a quale prezzo. Le sole testimonianze sono poche fotografie scattate intorno al 1888, l’anno in cui Bardini inaugurò in piazza dei Mozzi il suo atelier commerciale. L’opera non subì spostamenti fino al 1999, anno in cui iniziò la ristrutturazione dell’edificio. Il crocifisso fu imballato in una cassa fino al restauro, avvenuto in occasione della riapertura del museo.

di Margherita Tizzi



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