Contro la noia “Un alibi per non morire”


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Per gli appassionati dei thriller psicologici c’è un nuovo titolo che vogliamo suggerire, pagine capaci di inchiodare il lettore ad una vicenda originale e ben studiata.  L’autore, Mark Strainer, (pseudonimo di Francesco Marcolini) è al suo secondo lavoro. Dopo il successo de “La maledizione della Dama Bianca”, un giallo che permette ai lettori di giocare all’ispettore fornendo gli indizi necessari per arrivare alla soluzione finale, è ora la volta di “ Un alibi per non morire”.  E’ l’anno 1953. Viene organizzata una spedizione scientifica col compito di svolgere ricerche nell’Arcipelago delle Salomone, nell’Oceano Pacifico. Il gruppo, dopo un’accurata selezione, sarà composto da persone decisamente diverse tra loro, per ruoli e personalità.  L’equipe così formata pare compatta, ben motivata, decisa ad abbandonare per qualche mese la vita di sempre, i problemi individuali, gli affetti, i propri intimi segreti, per tuffarsi in un’avventura che sperano possa arricchirli personalmente e soprattutto convinti di poter essere utili alla ricerca che stanno per iniziare. Ma, ben presto, quella che dovrebbe essere una tranquilla ed entusiasmante attività di studio, si trasforma in una tragica missione. Sullo sfondo gli strascichi delle Seconda Guerra Mondiale, in primo piano, l’eroico tentativo di ricostruire la verità. Insomma: una vicenda che potrebbe diventare un’ottima sceneggiatura per un film.

Mark Strainer rende convincente e precisa anche la descrizione dei luoghi, frutto di accurati studi sulla flora, la fauna, l’alimentazione locali. Traccia inoltre una attenta personalità dei protagonisti grazie ad uno strumento reale come le tavole di Hermann Rorschrch, il noto test psicologico proiettivo. “Nei miei libri – dice Mark Strainer – si muore, ma il messaggio finale è comunque di speranza perché: veritas filia temporis e, quindi, alla fine viene fuori.”
I libri dell’autore aprono già con un enigma: il suo pseudonimo. Il vero nome è Marcolini: in inglese strainer significa colino, da qui dunque la scelta di Mark Strainer. L’abilità dell’autore in “Un alibi per non morire” è tale da riuscire ad ingannare il lettore pagina dopo pagina. Difficile prevedere quello che accadrà, come si evolverà la vicenda. Un po’ come una sfida v’invitiamo a lasciarvi appassionare dalla lettura e a scoprire, prima della fine del libro, la verità.

Emanuela Biancardi



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