Protesi Pip: ecco le cinque linee guida dell’associazione di chirurghi Aicpe


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«Ci sembra importante fare chiarezza sulla questione delle protesi Pip onde evitare inutili allarmismi». Aicpe, associazione scientifica che riunisce oltre un centinaio di chirurghi plastici estetici, ha studiato a fondo la questione ed è giunta ad alcune conclusioni che sono le più coerenti in base alle informazioni scientifiche di cui oggi si dispone.

Sono necessarie due premesse: «La prima è che non esistono evidenze scientifiche sul fatto che ci siano legami tra le protesi e il cancro – afferma il vice presidente di Aicpe, Mario Pelle Ceravolo –. Anzi, l’incidenza di tale patologia è inferiore a quella che si riscontra tra le donne senza protesi. Anche i dati sulla rottura delle protesi sono incerti, in quanto gli studi esistenti sono stati effettuati con metodologie differenti e quindi non comparabili. Proprio per questo, come associazione, ci stiamo attivando per realizzare uno studio relativo alle protesi Pip in Italia. La seconda è che i rischi di una seconda operazione sono invece conosciuti. Ogni intervento chirurgico presenta dei rischi, inoltre molte pazienti sono soddisfatte del loro seno: non c’è certezza che, rioperando senza indicazioni, si avrà un risultato altrettanto buono, senza considerare l’alto rischio di complicazioni».

Aicpe suggerisce quindi alcune semplici ma chiare linee guida di comportamento, che dovrebbero essere adottate da tutti i medici, a cui è richiesto un atteggiamento responsabile e meticoloso, valutando attentamente ogni singolo caso.

«Primo,– spiega Pelle Ceravolo – è raccomandabile una visita di controllo semestrale per tutte le pazienti. Secondo, riteniamo necessario che a tutti i pazienti che presentino da un punto di vista clinico o strumentale non solo evidenza, ma anche semplice sospetto di importante contrattura capsulare, sieroma, infiammazioni loco-regionali, adenopatie, lesioni evidenti o rottura franca, siano espiantate le protesi e, se non esistono controindicazioni, sostituite.

Terzo, i pazienti con sindrome ansiosa o condizioni psicologiche labili, ma con impianti integri, dovrebbero essere valutati attentamente, se necessario con l’ausilio di colleghi specialisti, e dovrebbe essere data loro la possibilità di sostituzione dell’impianto.

Quarto: alla FDA di ogni paese dovrebbe essere inoltre chiesto di valutare e certificare tutti gli impianti che vengono utilizzati sul suo territorio per evitare altre situazioni di altro tipo per altri dispositivi. Quinto, è infine necessario un registro degli impianti, per avere un rapido follow up di tutte le protesi impiantate, in modo da poter gestire al meglio situazioni di questo tipo».

AICPE: L’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica, la prima in Italia dedicata esclusivamente all’aspetto estetico della chirurgia, è nata con l’obiettivo di dare risposte concrete in termini di servizi, tutela, aggiornamento e rappresentanza. Pur essendo una novità per il nostro Paese, non lo è affatto in molte altre nazioni europee e non, dove esistono da tempo associazioni che raccolgono tutti coloro che si interessano di chirurgia estetica. Ad Aicpe al momento hanno aderito oltre un centinaio di chirurghi in tutta Italia, tra cui si annoverano professionisti di fama e docenti universitari. Caratteristiche dell’associazione sono avere come associati solo professionisti, specialisti in chirurgia plastica, che hanno come attività principale la chirurgia a fine estetico e la rigida adesione a un codice etico e di comportamento da seguire non solo quando si indossa il camice, ma in tutti i momenti della vita. Scopo di Aicpe è tutelare pazienti e chirurghi plastici in diversi modi: disciplinando l’attività professionale sia per l’attività sanitaria sia per le norme etiche di comportamento; rappresentando i chirurghi plastici estetici nelle sedi istituzionali, scientifiche, tecniche e politiche per tutelare la categoria e il ruolo; promuovendo la preparazione culturale e scientifica; elaborando linee guida condivise. Tra gli obiettivi c’è anche l’istituzione di un albo professionale nazionale della categoria.

EB



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