Si chiama Laghat. E’ uno splendido purosangue di nove anni e negli ultimi cinque ha vinto diciannove corse e collezionato numerosi piazzamenti importanti. Fin qui nulla di strano. I cavalli da corsa questi risultati li raggiungono quotidianamente. Se non fosse che, su Laghat, a nessuno sarebbe venuto in mente di scommettere perché cieco dalla nascita, a causa di una micosi, destinato ad essere prima o poi abbattuto se sei anni fa non avesse incontrato Federico De Paola, un fantino, che ha deciso di acquistarlo e prendersi cura di lui.
Laghat- racconta De Paola- continua a stupirmi. Si orienta perfettamente, risponde ai miei comandi con facilità, evita il contatto con gli altri suoi simili, corre…vince! Chissà…deve avere affinato un sesto senso, oppure ha sviluppato eccezionalmente quelli che ha….-.
Il purosangue si allena ogni giorno a San Rossore, Pisa. Vive in un capanno, anziché nell’abituale box, con una compagna, una cavalla grigia che condivide anche le sue tensioni. Come accade a marito e moglie quando rientrano a casa dopo una stressante giornata di lavoro e si sfogano a vicenda, capita che Laghat torni al capanno, dopo una gara andata male, e se la prenda con lei. C’è Federico sempre al suo fianco, a sostenerlo e calmarlo. Perché quel cavallo lo ama per davvero. Lo ha istruito con quella fermezza che non è mai sfociata in egoismo o violenza. Quel cavallo non è mai stato il mezzo facile per conquistare una coppa o soddisfare le proprie ambizioni. Per Federico De Paola, quel cavallo, è semplicemente un amico. E Laghat lo sa.
Quest’amicizia, questa storia di amore e rispetto (che può tutto), ha commosso il mondo. Una storia che si trasforma in una grande lezione: animali o esseri umani che siano, se motivati e rispettati, possono vincere le più grandi sfide della vita, superando i propri limiti.
-Laghat ha un intuito straordinario- continua il proprietario-fantino- Non appena l’ho preso con me mi sono reso conto che doveva avere un’intelligenza superiore. Poi tanto amore, tanta pazienza e sacrifici hanno fatto il resto. Mi commuovo sempre dopo una vittoria, quando Laghat abbassa la testa e cerca le mie coccole….-
A questo straordinario purosangue, nato per la competizione, manca clinicamente la vista.
Ma credo di trovare tutti d’accordo nel dire che Laghat ha la luce dentro.
Emanuela Biancardi