Letto per voi: storie di ordinaria corsia – anteprima esclusiva


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Spesso noi giornalisti parliamo a sproposito, o meglio, parliamo di cose che non conosciamo: succede nel caso delle malattie di cui descriviamo con dovizia di dettagli segni e sintomi, interventi chirurgici dei quali illustriamo il decorso e malattie rare. In realtà siamo spesso testimoni al massimo di influenze, tiroiditi e gomito del tennista ma dalle nostre parole, quelle dei traduttori della scienza, dei divulgatori traspare una sapienza millenaria, di quelli che ‘hanno studiato’. E molti di noi, si, hanno studiato ma pochi hanno fatto davvero esperienza di ciò di cui parlano, pochi sono ‘embedded’ nelle maglie di germi, batteri e farmaci che non funzionano. Quando siamo testimoni diretti tutto cambia, anche i toni che diventano più dolenti oppure si trasformano in silenzio. Altrettanto spesso persone normali, più o meno note decidono di raccontare la propria esperienza di malati, talora sono medici, altre volte semplicemente sopravvissuti, altre ancora miracolati e ciascuno vuole insegnarci qualcosa. Blini no, Blini è uno che nella sua vita ha indossato più il pigiama che il doppiopetto ma che della sua storia di ricoverato, spesso e malvolentieri, ha fatto un punto di osservazione privilegiato, è l’antropologo della flebo, il sociologo dell’infermeria, è uno che dall’alto della sua percentuale di invalidità, guadagnata sul campo operatorio, fa, giustamente un vanto. Non indulge in troppo facili lamentele, è come uno studioso sul campo, osserva, annota, riflette a trova ogni volta un modo per riderci su perchè altrimenti sarebbe spacciato.

Il corpo forse è malato ma lo spirito di Blini è sano, sanissimo, è vivo e gode di ottima salute, quella che non caratterizza tanti apparentemente sani che corcolano per la città. L’ospedale, la corsia dientano quindi un microcosmo unico che ha le sue regole. Regole da imparare per sopravvivere al meglio siano due giorni o duecento. E’ il mondo di tanti che da un nosocomio entrano ed escono, giovani o vecchi, con le loro paure e un carattere che il verde disinfettante non aiuta certo a migliorare. Un mondo parallelo dove si distingue il fuori dal dentro. Fuori c’è il mondo, frenetico, dentro c’è una lunga serie di supposte e pasticche, clisteri e lastre intramezzati da picolini e visite dei parenti, anche loro messi sotto al microscopio. Confesso di aver riso da sola come una matta in alcuni passaanche perchè il nostro eroe possiede e si destreggia nell’arte del calembour con rara maestria e con tutta la mia invidia. Ritengo che ‘Storie di ordinaria corsia’ quindi dovrebbe essere consegnato all’accettazione insieme alle chiavi dell’armadietto a ciascun paziente perchè permette di affrontare il periodo in ospedale con rinnovata allegria (ovviamente in fascia A del Prontuario e quindi a carico del SSN). Non ha effetti collaterali (a parte il rischio di far saltare i punti di un intervento addominale per le risate)  e può essere somministrato prima o dopo i pasti. Gli effetti: rinforza il sistema immunitario (minimizzando il rischio di beccarsi una infezione ospedaliera) perchè si sa, la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo.

 

Johann Rossi Mason

 

Fabrizio Blini

Storie di ordinaria corsia. Il mondo visto dalla parte del pigiama

(in libreria dal 4 aprile)

ADD editore

2012

pagine 187

Euro 14,00



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