La prima birra a basso impatto ambientale


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Qualche giorno fa a Roma è stata presentata dalla Carlsberg la prima birra a basso impatto ambientale con l’utilizzo del Modular 20, un nuovo modo di spillare la birra che consente un duplice vantaggio: un’ottima pinta di qualità e la riduzione dell’impatto ambientale nelle fasi di infustamento, distribuzione e consumo nei punti vendita. Secondo l’innovazione tecnologica Carlsberg, la birra non è più contenuta nei tradizionali fusti di acciaio, ma in fusti in PET totalmente riciclabili, ideati e realizzati da Carlsberg Italia. Questi fusti permettono una spillatura senza l’aggiunta di CO2 aggiunta. Inoltre, la birra contenuta nei fusti in PET non si spilla utilizzando bombole di CO2, come è stato sempre solito fare, ma “semplicemente” comprimendo con l’aria il fusto: la birra così spillata mantiene il suo livello naturale di anidride carbonica così da non alterare le sue proprietà organolettiche.

L’azienda in collaborazione con lo IEFE della Bocconi ha confrontato la tecnologia usata per la spillatura con i fusti in Pet e quella con i fusti in acciaio ed è emerso che la nuova tecnologia ha un impatto molto più ridotto rispetto a quello utilizzato fin’ora. Prendendo in esempio il commercio di birra nella sola città di Roma che copre i 220.000 hl, i dati hanno stimato che in un solo anno si otterrebbe un risparmio di CO2 pari a: 9.576,600 Kg quantità di CO2 equivalente a quella assorbita da 383.064 alberi; quantità di CO2 equivalente a quella assorbita da una superficie coltivata ad alberi pari a 326,8 volte quella di Piazza San Pietro; quantità di CO2 equivalente a quella assorbita da una superficie coltivata ad alberi pari a 21,8 volte quella della Città del Vaticano. In questo modo la Carlsberg, già molto attenta alla tutela dell’ambiente, si annovera il primato di birra più “green” del settore.

 

Giusy Barone



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