Memorie dall’arcipelago


Add to Flipboard Magazine.

Nessun timore e il coraggio per ricominciare. Essere tenace per non mollare e umile per ricordarsi da dove si proviene. La fuga come salvezza fisica e spirituale, in un posto sperduto.

E’ solo in luoghi remoti che l’ “io” trova la nuova dimensione necessaria per tornare a vivere, brillando di una luce fino ad allora rimasta nel sotterraneo dell’inconscio.

  Il passato che la perseguita, un futuro tutto da scoprire, con evasione dalla California per un luogo opposto e contrario, l’arcipelago di Chiloé, nel Sud del Cile e un quaderno per scriverci sopra il corso dell’esistenza: è la storia di Maya Vidal, il nuovo personaggio al femminile di Isabel Allende che trova forma ne “Il quaderno di Maya”- edito da Feltrinelli, euro 20.

   Stavolta è un’adolescente, la protagonista del libro della Allende. La scrittrice, che non crede nel destino, ma ama le donne forti e consapevoli, si è affidata alla realtà delle sue nipoti per trovare l’ispirazione a questo libro.

    La visione del mondo – che per lei è sempre “magico” – stavolta è più infantile ma cruda, dove la giovanissima ma sempre forte protagonista vede e vive una realtà dal ‘ventre’ duro e complesso, cupa e splendida, misteriosa e risolutiva. Si viaggia in andata e ritorno, scossi, nelle quasi quattrocento pagine tra Stati Uniti e Sud America; nelle luminosità dell’amore, con i vecchi saggi, con l’irrequietezza giovanile, le molestie e i fulmini della cattiveria, dove la terribile storia ‘straniera’ di Maya appare e scompare fino a dissolversi diventando estranea.

    Isabel Allende, la grande ‘costruttrice’ di storie con il culto dei ricordi, affida al quaderno di Maya il filo portante di questo doppio universo; dove il realismo di un mondo semplice e di valori si fonde e si distacca da quello artificioso e maledetto che Maya aveva lasciato alle sue spalle, e fatto di alcol e droga. Maya è costretta a nascondersi da spacciatori e agenti dell’Fbi.

   Non potrà però nascondersi da se stessa: imparerà a ‘conoscersi’ e a conoscere la sua terra d’origine, scoprendo nuove verità e trovando l’amore. Il degrado dove era precipitata, nei bassifondi di Las Vegas, dopo la morte dell’amato nonno, sarà un incubo ricorrente ma ‘istruttivo’ fino al compimento dell’opera benefica.

    L’incalzare delle pagine della Allende, straordinaria nel miscelare la quotidianità più semplice con i temi più intensi, è sempre presente.

    La scrittrice è dotata di disciplina ferrea, lavora, infatti, in maniera ‘monacale’; inizia i suoi romanzi sempre l’8 di gennaio, e si pone davanti al computer lavorando dieci ore al giorno.

    L’autrice cilena de “La casa degli spiriti” e di “Paula”, tradotta in trenta lingue e che ha venduto cinquanta milioni di libri, è una convinta sostenitrice dei valori femminili e delle libertà personali; ha avuto anche un passato difficile, come i suoi lettori ben sanno, ma sorride sempre e come sempre. Ora, con i suoi settant’anni, è ormai una ‘vecchia’ affascinante – come tanti protagonisti dei suoi romanzi – votata alla saggezza.

   E come fosse di un ‘genere saggio’, a volte va letto anche il romanzo; soprattutto se negli occhi di Maya, come nei nostri, scintillano i fuochi di mondi troppo diversi.

Danilo Stefani 



Devi essere registrato per inviare un commento Entra o registrati