Nasce a Palermo il nuovo Palazzo Branciforte


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Arte, storia, tradizione. Culla della sicilianità ma anche fulcro di nuovi saperi. Un unicum architettonico sospeso tra presente e passato. È questo il biglietto da visita di Palazzo Branciforte, storico edificio nel cuore di Palermo che da oggi riapre le sue porte proponendosi come punto di riferimento nel panorama culturale della Sicilia e dell’intero Paese, grazie all’impegno della Fondazione Sicilia (già Fondazione Banco di Sicilia), presieduta dal professor Giovanni Puglisi, e all’importante intervento di restauro firmato da Gae Aulenti, architetto e designer di fama mondiale.

Palazzo Branciforte è un luogo unico, dove si fondono identità e innovazione. Uno spazio nel quale la storia si coniuga con l’archeologia, con l’arte moderna e contemporanea, con i libri e con la grande tradizione culinaria italiana.

La straordinaria collezione archeologica, ma anche le ceramiche, le maioliche, i francobolli, le monete e le sculture costituiscono i pilastri di un grande ‘museo della memoria siciliana’, che raccoglie gli aspetti e gli elementi artistico-culturali più interessanti dell’Isola, in un contesto architettonico di grande prestigio e funzionalità. Uno spazio, che si apre anche ai nuovi linguaggi della contemporaneità e al contributo di giovani artisti e che, grazie anche a un innovativo auditorium tecnologicamente all’avanguardia, può ospitare conferenze e iniziative culturali di alto livello. I servizi museali saranno garantiti grazie all’impegno di Civita Sicilia, che gestisce anche l’Emporio Branciforte, un bookshop dove si possono acquistare i principali cataloghi sulle mostre in corso e sulle collezioni esposte nell’edificio, ma anche i volumi su arte e cultura realizzati a cura della Fondazione.

L’intervento di riqualificazione architettonica dell’architetto Gae Aulenti

Acquistato dalla Fondazione il 30 dicembre del 2005, l’edificio ha ritrovato la sua originaria bellezza grazie al restauro dell’architetto Aulenti, che ha dato al palazzo ambienti funzionali e unici, realizzati rispettando gli elementi architettonici più significativi e l’originaria morfologia. Sono stati, in particolare, ripristinati gli spazi più rappresentativi, che a causa di vari bombardamenti avvenuti in epoche diverse e di successive destinazioni d’uso, avevano perso la loro funzione originaria: si tratta della strada interna che unisce i due ingressi, del cortile principale e della scuderia al piano terra. I lavori, iniziati nel 2007, hanno reso possibile questo risultato, che restituisce alla struttura la propria bellezza, valorizzata ulteriormente da un innovativo progetto architettonico che conferisce a questo suggestivo complesso una nuova funzionalità e una fisionomia di rara bellezza.

 

La suggestiva struttura lignea del “Monte dei pegni di Santa Rosalia”

Fra gli ambienti di maggiore suggestione, un posto di primo piano merita la struttura lignea, ultima testimonianza del “Monte dei pegni di Santa Rosalia”: ricco di storia, con le sue scaffalature in legno, le scale interne, i palchetti, i ballatoi e gli spazi per custodire gli oggetti lasciati dai palermitani negli anni in cui Palazzo era sede del celebre Monte dei pegni. Con i suoi storici elementi in legno, è uno spazio fra i più belli del palazzo, in cui sembra che il tempo si sia fermato, e insieme, è una preziosa testimonianza della storia di Palermo. Le altissime scaffalature che raggiungono il tetto sono state costruite dopo il bombardamento del 1848 e, ancora oggi, i visitatori, entrando in questo luogo, si immergono in un labirinto, nel quale un ruolo fondamentale è giocato dall’alternanza fra luce e ombra, immortalata negli anni dagli scatti artistici di alcuni celebri fotografi, fra cui si ricorda Enzo Sellerio. La struttura è ora destinata ad ospitare mostre d’arte temporanee.

 

La Scuola di cucina del Gambero Rosso

Nella consapevolezza che cultura, arte e grande cucina italiana sono da sempre i testimoni di quell’Italia Eccellente che ha fatto di questi settori il miglior biglietto da visita del nostro Paese, Gambero Rosso ha creato, in un’ala del piano terra dello storico edificio, la sua celebre Scuola di cucina, punto di riferimento per chi vuole intraprendere la professione di cuoco ma anche per tanti appassionati. Saranno realizzati corsi e laboratori di cucina e si svolgeranno lezioni con gli chef di punta del panorama nazionale. Un esempio di partnership di alto livello quella fra la Fondazione e il Gambero Rosso, grazie alla quale anche Palermo, da oggi, diviene il punto di riferimento nazionale e internazionale e una delle città più rappresentanti del bello e del buono del made in Italy.

La scuola propone un ricchissimo calendario di corsi per soddisfare e approfondire le conoscenze nel mondo del cibo e del vino. I corsi, il cui inizio è previsto per il mese di giugno, sono organizzati secondo diversi livelli, così da soddisfare ogni esigenza.

“Gambero Rosso – dichiara il suo Presidente Paolo Cuccia – ha aderito con entusiasmo all’offerta del Presidente Puglisi di dar risalto alle attività di formazione e di promozione delle culture e delle professionalità degli operatori nei segmenti dell’enogastronomia e alla sensibilità dimostrata dagli Amministratori della Fondazione Sicilia, di associare epoche storiche e stili artistici ed architettonici, con la tradizione delle coltivazioni e della sapienza artigianale dell’isola”.

Il Ristorante Branciforte

A Palazzo Branciforte la cultura si coniuga anche con la buona tavola e con i sapori della tradizione mediterranea. All’interno del Palazzo è infatti presente il Ristorante Branciforte. Un luogo per palati raffinati, aperto sia d’inverno che d’estate in una straordinaria cornice architettonica, che lo rende unico. Al suo interno è possibile ammirare un centinaio di pregiate maioliche, prodotte tra il Quattrocento e il Settecento da fornaci italiane, europee e del vicino ed estremo oriente. Il nucleo centrale è costituito da più di trenta maioliche siciliane, a cui si aggiungono autentici capolavori della maiolica italiana, fra i quali spicca il magnifico piatto di Francesco Durantino, uno dei massimi protagonisti dell’istoriato marchigiano.

La collezione archeologia al piano terra

Sempre al piano terra, nei saloni espositivi della cavallerizza è ospitata una grande collezione archeologica con migliaia di reperti, molti dei quali sono esposti al pubblico per la prima volta, perché custoditi per decenni nei depositi della Fondazione. Il progetto espositivo archeologico è dell’archeologo professor Giuliano Volpe, Rettore dell’Università di Foggia, in collaborazione con Francesca Spatafora, Direttore del Parco Archeologico di Himera e delle aree archeologiche di Termini Imerese e comuni limitrofi. La collezione presenta, fra l’altro, gli affascinanti temi dei vasi preistorici, delle terrecotte e della ceramica figurata corinzia, attica e indigena. I visitatori possono, quindi, ammirare ceramiche di vario tipo e cronologia (ceramiche preistoriche, greche, siceliote, magnogreche e indigene di età arcaica, classica ed ellenistica), ma anche terrecotte architettoniche e votive, bronzi, vetri, avori e altri capolavori che arricchiscono la collezione.

 

Le collezioni numismatica e filatelica

Al primo piano del Palazzo sono esposte le collezioni di monete siciliane medioevali e moderne, testimonianza della continuità della coniazione in Sicilia, dagli Aragonesi fino ai Borboni, e una collezione filatelica comprendente anche rari documenti postali. La prima comprende numerose monete in oro, argento e bronzo dall’età più antica, fra il VI secolo d.C. e l’età angioina, e l’anno 1836, in pieno periodo borbonico. Nella collezione filatelica spiccano le prime emissioni di francobolli del Regno delle Due Sicilie, che ebbero regolare corso dal 1858 per il Regno di Napoli e dal 1° gennaio del 1859 per il Regno di Sicilia.

 

Le sculture e gli affreschi su pannello

Un’area sempre al primo piano ospita cinquantacinque sculture, appartenenti all’Ottocento e al Novecento. Fra queste, celebri bronzi di Pasquale e Benedetto Civiletti, di Antonio Ugo, di Ettore Cumbo, di Jaroslav Horejc, di Giacomo Manzù, di Edouard Drouot, di Giacomo della Giustina e di molti altri autori, oltre a marmi, cere e terrecotte. Di grande prestigio, inoltre, gli otto affreschi su pannello dell’artista seicentesco Gaspard Dughet che si possono ammirare negli spazi al pianterreno antistanti l’Auditorium Branciforte, ovvero una sala conferenze tecnologicamente all’avanguardia.

 

La Biblioteca e i fondi archivistici

Di grande prestigio è la biblioteca, che comprende oltre 50 mila volumi. Una ricca sezione è quella sulla storia della Sicilia, sulla Storia dell’arte, sulla Numismatica e sull’Archeologia. Nella grande sala di lettura del primo piano si possono consultare enciclopedie, annuari, dizionari, ma anche periodici, miscellanee e monografie su argomenti vari. Il Fondo librario antico della biblioteca è costituito da molte pubblicazioni stampate dal 1501 al 1830. Altri due fondi di fondamentale importanza documentaria e storica sono Il Fondo Restivo  (che, donato dagli eredi di Franco Restivo, illustre uomo politico e professore universitario siciliano, consta di circa 8.000 volumi dedicati alla Sicilia ma anche alla storia, al diritto, all’arte, alla filosofia e alla letteratura) e il Fondo Spatrisano (che comprende la biblioteca personale dell’architetto Giuseppe Spatrisano, composta da circa duemila volumi, i suoi progetti e rilievi)

Nella sala spicca un meraviglioso affresco di Ignazio Moncada di Paternò.

 

Giorni e orari di apertura

Il Palazzo (in via Bara all’Olivella, 2) è aperto al pubblico dal martedì alla domenica (chiuso il lunedì).

Nel periodo novembre-febbraio dalla ore 9,30 alle 14,30; nel periodo marzo-ottobre, dalle ore 9,30 alle ore 19,30; l’ultimo ingresso è previsto 30 minuti prima della chiusura.

Costo del biglietto: intero € 7,00; ridotto € 5,00 (per gruppi di almeno 15 persone, maggiori di 65 anni e categorie convenzionate); gratuito per le scuole e minori di 18 anni. L’ingresso alla biblioteca è gratuito.

 

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