Il fascino ‘indiscreto’ della libertà


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Il dodicenne Joan vive degli insegnamenti dell’amato padre Ramon, un padre che crede invulnerabile. Ma una mattina d’estate dell’Anno del Signore 1484, tutto cambia. “Promettimi che sarai libero…”, sono le ultime parole che il padre riesce a pronunciare in punto di morte, dopo che una galea corsara di saraceni assale il piccolo borgo di pescatori dove risiede la sua famiglia. La madre e la sorella vengono rapite, e Joan, tormentato da rabbia e dolore, cerca fortuna a Barcellona e trova lavoro in una bottega di amanuensi e rilegatori. Rimane affascinato dai libri perché “i libri sono come le persone, hanno un corpo e un’anima”.  Joan Serra è ormai un adolescente che sotto la guida dei suoi sapienti maestri diventa un valente copista, ma sempre in lotta per la sua libertà e per quella dei suoi cari.

Questi sono i temi principali del volume di Jorge Molist, 51enne catalano, che possiede una gran vena per il romanzo storico. Il suo libro – Promettimi che sarai libero, edito da Longanesi, euro 14,90 – in Spagna, dopo pochi mesi dall’uscita ha venduto 200 mila copie.

Il romanzo è una grande descrizione della Spagna del XVI Secolo, piena di tensioni sociali, come le rivolte dei remensas, i servi della gleba che si ribellavano agli abusi dei loro signori feudali; e dove la Santa Inquisizione imposta da Ferdinando II d’Aragona, detto il Cattolico, aveva instaurato nella Barcellona del Quattrocento un clima di terrore fatto di delazioni anonime, processi sommari nei quali “non ci si poteva difendere e a volte non si capiva neanche di che cosa si era stati accusati” e gli imputati finivano condannati al rogo il più delle volte.

“Molti personaggi e dei fatti narrati nel romanzo sono storici e il racconto rispetta in modo scrupoloso le cronache del tempo”, scrive Molist prima che il lettore sia conquistato dalle avventure di Joan Serra, il quale ricorda sempre le parole di suo padre come un monito: “Nessuno ti regala la tua libertà. Te la devi conquistare giorno dopo giorno, e con la forza delle tue braccia. Un uomo è responsabile della libertà sua e dei suoi familiari. Ricordalo bene figlio mio”.

Scritto con uno stile coinvolgente e dettagliato, il romanzo offre degli spunti di riflessione storica interessante oltre a lasciare che la figura del protagonista Joan si imprima nella nostra mente come fosse una figura “reale” dell’epoca. Un ragazzo del tardo Quattrocento e alle porte del Rinascimento, che vive con crudo realismo e implicazioni sociali il suo dramma infantile e il suo amore per Anna, ragazza ebrea figlia di un orafo, sotto l’ombra inquietante dell’Inquisizione.

“Promettimi che sarai libero…” dice il padre Ramon. Libero di leggere, scrivere, amare la vita e difendere i propri cari. Senza la libertà di poter difendere chi amiamo, tutto è vano.

Un padre, Ramon, saggio ed eroico. Ma basta la sua saggezza a tessere le fila del romanzo, a renderlo “attuale” ed eterno; mentre Joan è la mano armata del bene, l’esecutore ed erede di un testamento morale, personale e universale, scritto sulle pagine di ogni tempo.

Libertà: esiste parola più bella e complicata?

Danilo Stefani



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