Ritratti a Palazzo Madama


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Palazzo Madama – Primo piano e Sala del Senato – Piazza Castello – Torino, dal 20 settembre 2012 al  6 gennaio 2013.

«Credo che queste opere possano essere viste in numerose situazioni: in un museo, alla fermata della metropolitana, mentre si è in coda all’aeroporto. Potrebbero essere sul quadrante di un orologio da polso, in televisione, oppure un’immagine nella vostra casa, appese a una parete. Possono essere nella cornice di un camino, al posto del fuoco. Su una parete di casa, come una finestra, una finestra che ci mostra un altro mondo. È qualcosa di molto personale. Si tratta di un documento del nostro tempo. Sono ciò che io chiamo ritratti».  Robert Wilson 

In occasione del Prix Italia, in collaborazione con la RAI, Change Performing Arts presenta una selezione dei più celebri video ritratti di Robert Wilson, riconosciuto come una delle figure più importanti della nostra epoca nel teatro, nell’opera e nell’arte. Il progetto, realizzato in collaborazione con Palazzo Madama, propone un percorso espositivo che si snoda al primo piano del museo, nella fastosa cornice delle sale settecentesche. Alle pareti, incastonati dai damaschi e dai mobili intarsiati, sfilano cinquanta video-ritratti ad altissima definizione dedicati a protagonisti dello star system come Brad Pitt, Johnny Depp, Isabella Rossellini, Jeanne Moreau, ma anche a persone comuni e animali straordinari (una pantera nera, un porcospino, una famiglia di gufi bianchi, un cane di razza Briard, una rana cornuta). Un allestimento radicale, che intende celebrare i valori della creazione artistica di ogni tempo attraverso un inedito confronto tra tecniche e tecnologia, gusto e ricerca della perfezione del dettaglio, senso del movimento e della scenografia, colore e interpretazione della realtà e della figura.

 

I video portraits prendono forma nel 2007, dopo oltre due anni di lavoro di Wilson con VOOM HD Networks, compagnia pionieristica nella ricerca sulle tecnologie per la televisione in alta definizione. I ritratti possono essere visti in relazione ai filmati sperimentali di Warhol – riprese frontali, movimenti minimi, con una camera fissa anche se, diversamente dai ritratti di Warhol, Wilson si serve di tutti i ritrovati della produzione: luci, telecamere, apparecchiature per il montaggio e studi di registrazione. Sono ripetuti in loop in modo da non avere un inizio e una fine, creando un’opera d’arte in fotogrammi. Il risultato finale sul monitor è simile a quello di una fotografia, ma un esame più attento rivela il sofisticato linguaggio di Robert Wilson. I video ritratti, che hanno una durata che varia da 30 secondi fino a 20 minuti, sembrano immobili, ma i personaggi compiono in realtà piccole azioni – un semplice movimento, un battere di ciglia, un colpetto con il piede – che amplificano le potenzialità narrative del ritratto tradizionale avvicinandolo al racconto cinematografico, pur senza disperdere quell’aura di fissità iconica che caratterizza il ritratto pittorico di ogni tempo. Opere di confine, di marca schiettamente post-moderna, che mescolano sapientemente un ventaglio di possibilità espressive che vanno dalla pittura, alla fotografia, al cinema, alla televisione, rese possibili grazie all’utilizzo di un sofisticato editing e di sistemi computerizzati di playback audio e video direttamente integrati negli schermi, concepiti nella forma come vere e proprie cornici.

Ogni video ritratto è un’opera sviluppata da Wilson in collaborazione con il soggetto raffigurato e rimanda ad altri universi di immagini tratte dal teatro, dal cinema, dal fumetto e dalla pittura, che approfondiscono e dilatano il senso della ricerca, ora spaesante, ora giocosa, ora sottilmente ossessiva. I ritratti sono accompagnati da colonne sonore create per l’occasione da musicisti del calibro di Bernard Hermann,David Byrne, Michael Galasso, insieme a Ludwig van Beethoven e J.S. Bach reinterpretato da Glenn Gould e Hans Peter Kuhn.

In occasione della mostra, Palazzo Madamapropone un percorso storico sul tema del ritratto, indagato dal medioevo all’Ottocento attraverso le collezioni del museo: dalle effigi dei committenti nelle pale sacre, alle medaglie rinascimentali, fino al ritratto di stato di epoca barocca. Accanto alle opere di Robert Wilson sarà esposta anche una selezione di dipinti provenienti dai depositi della GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea (Boldini, Casorati, Saroni …) pensata come contrappunto visivo e strumento per mettere a fuoco caratteri, tipologie e retoriche di un grande genere artistico. Il ritratto rappresenta infatti uno dei generi più antichi e più affascinanti della storia dell’arte. Le tappe della sua evoluzione documentano attraverso i secoli la diversa posizione dell’uomo in rapporto al mondo che lo circonda, il suo posto nella società, la sua capacità di lasciare traccia della propria individualità. Una storia che è, in questo caso, insieme antica, moderna e contemporanea.  

 



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