Francesco Guardi al Correr di Venezia


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La splendida mostra allestita a Venezia, al museo Correr, dedicata a Francesco Guardi chiuderà il 17 febbraio anziché il 6 gennaio.

Chi per Natale vorrebbe un dono diverso, potrebbe regalarsi una gita nella città lagunare per ammirare gli ultimi istanti di una mostra meravigliosa.

Il Guardi, veneziano in tutto e per tutto, nato e morto nella sua Venezia, la  Venezia che ha rappresentato nelle sue pitture, con uno stile unico, inconfondibile e innovativo. La sua arte, fatta di sentimento, naturalismo ed emozioni, ci regala una Venezia in fermento, in un momento storico antecedente alle grandi Rivoluzioni. La mostra è allestita molto bene, con moltissime opere dell’artista veneto. Le sale sono divise per ordine cronologico, ma anche per caratteristiche e stili differenti della vita artistica del Guardi. La prima sezione comprende dipinti che dimostrano il forte legame del pittore con le opere di Pietro Longhi.

Guardi riesce a fotografare con estrema lucidità molti elementi familiari dell’atmosfera del 1700 veneziano. Una delle opere più belle in questa prima parte è il Parlatorio delle monache di san Zaccaria. Dipinto ricco di riferimenti “longhiani”. Non mancano nelle sale successive le opere sacre. L’emotività dei soggetti nel Miracolo del Beato Gonzalo d’Amarante, crea un sentimento che riempie lo spazio artistico.

Nella seconda metà degli anni cinquanta del ‘700, Guardi esordisce come vedutista, e qui l’esposizione del Correr ci emoziona in modo particolare. Vedute notturne (Piazza San Marco di notte), paesaggi che mescolano acqua, cieli, orizzonti e tutta la Venezia architettonica nel suo splendore. E’ la sezione più viva della mostra, nella quale si percepisce la crescita del pittore, che verso la fine degli anni sessanta, arriva alla prima grande maturità artistica. Il Molo e la Riva degli Schiavoni da San Marco testimonia la grandezza e la bravura del maestro veneziano nei dettagli e nell’uso del colore. La vibrazione luministica durante la sua maturazione è eccezionale, forse nemmeno Canaletto era riuscito ad usare la luce con questo calore. Questa parte dell’esposizione dedicata alle vedute e ai capricci, emoziona anche gli animi più freddi, e il rapporto tra le opere e lo spettatore diventa strettissimo, ci sa del tu con l’artista.

Passeggiando per il Museo Correr non si può non gettare lo sguardo fuori dalle innumerevoli finestre che danno, da una parte verso Piazza San Marco, e dall’altra verso il bacino di San Marco. Nonostante la temperatura fredda avrei passato volentieri qualche minuto in quei terrazzini, purtroppo non accessibili, ad ammirare Venezia. Sembrava di osservare l’ennesimo capolavoro del Guardi, gli infissi delle finestre infatti fanno da cornice per i quadri della Venezia reale, di oggi, che fortunatamente non  è poi così  tanto diversa dalle pitture settecentesche.

Questa mostra è speciale anche per questo. Un’esposizione artistica di notevole spessore, all’interno di un paesaggio che fa dell’arte e della cultura la propria forza.

L’ultima parte ci regala opere dell’estrema maturità del Guardi (es:Veduta di San Giorgio Maggiore con la Giudecca e Chiesa delle Zitelle, Pio VI benedice la folla in Campo dei Santi Giovanni e Paolo ) dove l’estro del pittore raggiunge una professionalità eccezionale, tramite la grandiosità del taglio prospettico.

Gustarsi tutto questo splendore artistico è forse davvero uno dei più bei regali di questo freddo Natale.

Francesco Mazzetto

 

 

 

 

 

 

 



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