Nuovi stilisti – Marina Nekhaeva, dalla Russia con colore.


Add to Flipboard Magazine.

nuovi stilistiE’ una bella giovane donna moscovita-torinese. Carnagione chiara, fascino slavo, occhi di un azzurro forte, capelli biondi e lunghissimi, sempre lisci, talvolta piacevolmente scompaginati dal vento dell’Est o di piazza San Carlo. La mobilissima, a volte brusca mimica facciale di Marina Nekhaeva esprime in tempo reale mille emozioni cangianti. Per un attimo si direbbe un po’ cupa – forse per la patria lontana, o per la mia indiscrezione – poi subito si riaccende luminosa e fresca. Stilista, pittrice, scultrice, scenografa, art-director, fashion designer di modelli un po’ folli che poi ci spiegherà: per il momento ridimensiona tutto con pudico minimalismo: “capsule collection” si dice così. nuovi stilisti2E’ sempre in movimento tra Mosca (“perfino la Siberia si sta industrializzando”), Torino, Città del Messico, Atene. Russa in Italia e italiana in Russia, sempre straniera: nemo propheta in patria? Chissà. Nel marzo 2008, per la sessione torinese del World Political Forum, lavora in stretta collaborazione con Gorbaciov, in un rapporto anche personale cordialissimo e di grande affiatamento, come addetta allr PR, interprete e organizzatrice di eventi. In quella occasione conosce anche Jaruzelski, il leader militare polacco degli anni Ottanta : “uomo elegante, colto, raffinato”.
Da ragazza, a scuola, Marina aveva imparato a impugnare il Kalashnikov e a indossare la mascherina anti-gas. Frequentava anche corsi di pittura monumentale, ed è stata in parte responsabile di quei giganteschi e tetri ritratti di Marx, Engels e Lenin che campeggiavano sulle teste della Nomenklatura nelle parate militari. Si sa, nessuno è perfetto. Oggi a Torino, con giovani e stilizzate modelle, Marina si dedica a sfilate meno marziali e più edonistiche.
Tutto cominciò a quattro anni, davanti al Cremlino. Una bimba, un foglio, una matita: e una Piazza Rossa bianca di neve e già molto curata nella prospettiva e nei chiaroscuri. Scopre l’Occidente da ragazzina, senza traumi, seguendo la famiglia: così la scuola di Belle Arti comincia a Mosca e continua all’Accademia Albertina di Torino. Poi il grande salto: dalla tela del quadro alla tela come tessuto, abito e finalmente “scultura da indossare” o “moda concettuale”. Certo, non è un look per tutti i giorni. Marina crea le sue inedite forme manipolando fibre con tecniche antiche. “Non sono sarta, non so cucire.” Ma sa assemblare, plasmare, organizzare la materia anche su corpi non perfetti. Ed ecco questi modelli non classici e tantomeno tradizionali: sconcertanti, piuttosto, ora barocchi ora pop, tra cosacco del Don e alta moda. Opere singole, pezzi unici. Tra cappe, cappucci, casacche ampie e molto lavorate. Certo, c’è del barocco, ci sono singolari elementi decorativi, ma non trovi mai eccentricità o bizzarrie fine a se stesse. Coperte di lana cotta e feltro. Raffinate esagerazioni dove trovi un po’ di Messico, un po’ di Africa, un po’ di Finlandia. Perfino una vaga idea di quei cupi, infeltriti paletot militari sovietici (primo Maggio, Piazza Rossa). Ruvide sacche militari che diventano romantiche e morbide borse. Tutto molto femminile.
Alla fine, superato lo schock, vedi la stilizzata leggerezza di un estro puro e libero, di una creatività originalissima e inquieta. Senza confini,davvero. Un po’ impensabile, magari: ma di un’ irripetibile misteriosa suggestione. Insomma, arte vera,dove a ben vedere tutto è misura, geometria e proporzione precisa, anche nell’asimmetria più eclatante.
Presto Marina sarà di nuovo a Mosca: dove, dice, troverà più opportunità. Considerando la nostra crisi, non sarà un modo politicamente corretto della Stilista venuta dal freddo per farci presente il fallimento del capitalismo? O sarà il caso di immaginare un muro di Berlino al contrario, nel senso di contenere un po’ la corsa ad Est? Sta di fatto che in marzo, all’ombra del Kremlino, Marina troverà finalmente una vera economia di mercato.
GianLuca Caffarena



Devi essere registrato per inviare un commento Entra o registrati