Il caso letterario, SHANTARAM


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Shantaram1174 pagine non son poche, questo è certo. Ma è altrettanto certo che si tratta di un capolavoro di narrativa contemporanea arrivato alla ventiduesima edizione nel 2012 in soli sette anni. Pubblicato in Italia dalla casa editrice Neri Pozza, Shantaram di Gregory David Roberts è un romanzo autobiografico che racconta della fuga dell’autore dal carcere australiano di Pentridge, dove era stato rinchiuso per scontare una condanna a diciannove anni di reclusione per rapina a mano armata, e del suo arrivo in una Bombay degli anni ottanta.
Roberts ha l’incredibile capacità di fondere generi letterari completamente differenti e a volte opposti in un’unica avvincente storia.
L’autore narra delle difficoltà di un fuggitivo e della corruzione della polizia indiana di quegli anni, della mafia e la criminalità organizzata che dilagava per le strade della città e che ha portato lo stesso autore a contrabbandare armi attraverso il Pakistan e a prendere parte alla guerra russo-afghana, oltre a collaborare nel riciclo di denaro sporco e nel cambio illegale di valute.
Roberts parla spesso dell’enorme differenza tra gli strati sociali del paese che lo portano a divenire il medico di uno slum (baraccopoli) e a concludere affari con l’industria cinematografica indiana di Bollywood.
Nel mezzo di tutto questo marasma di avventurose ambientazioni, Roberts fa monologhi introspettivi nei quali rivela i propri sensi di colpa per aver deluso famiglia e amici, racconta delle difficoltà che ha incontrato nella disintossicazione da eroina e dulcis in fundo, a Bombay s’innamora perdutamente di una donna affascinante e misteriosa.
L’autore è abile a passare da ambientazioni circondate da mistero a illuminanti discorsi filosofici e platonici, conservando la rara capacità di non essere mai scontato e retorico.
Il tema centrale del romanzo è la perpetua lotta tra bene e male nelle loro accezioni concettuali e umane che vanno al di là della mera legislazione.
Una storia ambientata poco meno di trent’anni fa, ma dal gusto incredibilmente moderno.
Definito dal Daily Telegraph «un romanzo che tocca la mente e il cuore, che appassiona e fa pensare», è una storia che costringe a rallentare nelle ultime cento pagine perché non si vuole che finisca.

Aristide Capuzzo

 

GREGORY DAVID ROBERTS – Nato a Melbourne nel 1952. Dal ’72 al ’75 è leader del movimento studentesco e nel ’77 compie la rapina a mano armata che lo condannerà a diciannove anni nel carcere di Pentridge. Una volta evaso, fugge a Bombay dove vive una decina d’anni. Partecipa alla guerra in Afghanistan nelle file dei mujaheddin, nella quale viene ferito e trasferito in Pakistan. Nel 1990 viene arrestato a Francoforte ed estradato in Australia per finire di scontare la sua pena. In carcere vede la luce il romanzo che lo porterà a vendere milioni di copie. I diritti per il film sono già stati acquistati dalla Warner Bros e dall’attore Johnny Deep.



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