Chirurgia plastica: attenzione all’effetto ‘museo delle cere’


Add to Flipboard Magazine.

CHIRURGIA PLASTICATroppi interventi di chirurgia plastica peggiorano l’aspetto. Lo conferma il Prof. Mario Dini, Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica a Firenze e Milano che racconta come numerosi interventi sia al viso che al corpo possano peggiorare la situazione. L’ultimo caso in termini di tempo è quello che ha per protagonista la super modella Janice Dickinson, oggi 58enne che, a furia di interventi di chirurgia plastica ha un aspetto stravolto e mostra, paradossalmente, più della sua età. E sono sempre più numerosi (nonostante dal punto di vista assoluto sono un fenomeno limitato allo showbiz) coloro che si sottopongono a decine di interventi mostrando quasi una forma di ‘dipendenza’.

“Troppi interventi chirurgici in diverse zone del volto ma anche numerosi interventi sulla stessa zona anatomica, determinano un aspetto poco naturale e determina quella che gli esperti chiamano ‘surgery face’. Intervenendo più volte si incide sulle stesse cicatrici o se ne aumenta il numero. Le cicatrici possono diventare più spesse, visibili o dolenti. In secondo luogo la pelle ha una elasticità notevole ma non infinita. Mi spiego: lifting anche piccoli ma ripetuti portano la pelle ad apparire più sottile e trasparente e a mostrare in controluce le strutture sottostanti come muscoli e ossa. I lineamenti quindi tendono ad indurirsi. I mini-lifting, che vengono eseguiti per eliminare i segni più evidenti dell’età come cedimenti dei tessuti ma si interviene su un tessuto più povero di connettivo, di collagene ed elastina. Il derma appare più sottile e la perdita di spessore è evidente. Non è migliore l’idea di abbandonare il bisturi e ricorrere solo ai filler, da iniettare nel derma per ‘riempire’ rughe, solchi e depressioni. I ritocchi sono adatti a soggetti ancora abbastanza giovani e a rughe moderate, il rischio di correzioni ripetute è quello di stravolgere il volto e dargli un aspetto ‘gonfio’ in cui i lineamenti sono alterati dal riempitivo. Un effetto poco ‘estetico’. Anche qui la scelta del filler deve essere ben valutata: i filler ad alto peso molecolare, con una struttura molto rigida e reticolata durano più nel tempo ma possono indurire i lineamenti perché trattengono meno acqua. A secondo del grado di correzione desiderata consiglio quindi un filler più ‘morbido’ anche se da eseguire con maggiore frequenza. Anche un eccessivo ricorso alla tossina botulinica, ad esempio prima che sia terminato l’effetto del trattamento precedente, determina una innaturalità ‘fissità’ del volto, mentre personalmente prediligo quantità minori lasciando parte dei muscoli mobili. I trattamenti alla ‘museo delle cere’ sono unicamente mal eseguiti in cui il medico ha calcato troppo la mano. L’anatomia invece va rispettata sempre”.

Anche intervenire sulle strutture di sostegno troppe volte è controindicato: nel caso della blefaroplastica ad esempio l’incisione del muscolo orbicolare per rimodellare la forma dell’occhio se eseguita più volte può determinare cicatrici interne che determinano una ‘retrazione’. Altro rischio abbastanza noto ed evidente è quello di rimuovere troppa pelle e rendere l’occhio rotondeggiante (round eye) o con sclera evidente (scleral show) o con ectropion. Inoltre operando più volte il setto orbitario si determina un punto di debolezza della struttura che può indurre l’uscita di tessuto adiposo proprio in quel punto, e generare la formazione di nuove borse. Invece di risolvere un problema quindi si apre la porta a rischi.

Anche il naso è una struttura delicata sulla quale è meglio intervenire il meno possibile: rimuovendo  troppo osso e cartilagine si rischia di far cedere punti di appoggio fondamentali alla corretta respirazione. Intervenire più volte aumenta il rischio di asimmetrie, ‘insellature’ e il collasso delle narici, e asportando troppa  cartilagine alare si rischia di far ‘crollare’ la punta.

Eseguire più volte interventi al seno e ingrandire progressivamente il volume delle protesi ‘consuma’ la ghiandola mammaria sottostante e determina un elevata trazione del tessuto. Sarebbe meglio limitarsi al solo cambio protesi consigliato per quelle di vecchia generazione anche perché la sostituzione impone, nella maggior parte dei casi, di inserirne una leggermente più larga per ‘riempire’ il seno che nel tempo si è modificato e spesso ha subito la forza di gravità, scendendo verso il basso.

Anche la liposuzione non dovrebbe essere eseguita troppe volte, spiega il Professor Mario Dini “va fatta quando serve e facendo attenzione alla tecnica. Si tratta di un trattamento il cui risultato dipende molto dalla abilità dell’operatore. Per il migliore risultato si tende a utilizzare cannule molto più sottili che determinino un minore traumatismo dei tessuti. Il grasso prelevato poi può essere conservato per utilizzi successivi ad esempio come filler per il volto. Un intervento male eseguito può produrre aderenze sottocutanee visibili in superficie, depressioni, irregolarità della pelle e cicatrici che tendono a ritrarsi e formare avvallamenti assolutamente antiestetici e rimediare diventa molto complicato”.

 



Devi essere registrato per inviare un commento Entra o registrati