Upside down, un film più down che up


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upside downIl film scritto e diretto da Juan Diego Solanas è molto deludente.
La buona idea alla base viene disintegrata da una struttura poco accettabile, una recitazione scarsa e uno sviluppo della storia molto scontato.
All’inizio del film si viene catturati da un bel monologo di presentazione nel quale vengono spiegate le regole che fanno coesistere i due mondi:
– la materia di ogni pianeta è attratta dal centro di gravità dello stesso;
– il peso di un oggetto può essere controbilanciato con la materia del mondo opposto;
– dopo un breve lasso di tempo, la materia a contatto con quella del mondo opposto fa scaturire una combustione.
Poi tutto scade in un cliché poco originale. I due mondi, opposti per status sociale ed evoluzione, ricordano molto il confronto eterno tra nord e sud del mondo, tra paesi occidentali e terzo mondo. Va di male in peggio, quando inizia la storia d’amore tra Eden (Kirsten Dunst) del mondo di sopra, e Adam (Jim Sturgess), del mondo di sotto. Vedendo le scene d’amore tra ragazza abbiente e ragazzo povero, è inevitabile avere qualche reminiscenza del Titanic.
La storia prosegue con prevedibili colpi di scena, che diventano quindi un susseguirsi mellifluo delle scene e con poche, pochissime spiegazioni, escluse le regole raccontate inizialmente dalla voce narrante, riguardo all’impossibilità di contatto tra gli abitanti del mondo di sopra e quelli del mondo di sotto. A dirla tutta, almeno un nome ciascuno a questi due mondi poteva essere dato.
Nel complesso, il film si aggiudica la piena insufficienza per ovvietà, luoghi comuni e interpretazione.
Peccato, perché un’idea del genere poteva essere utilizzata in modi ben più avvincenti e originali.

Aristide Capuzzo



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