Fumo e alcol, i terroristi del cavo orale


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Quanto fascino nei film americani in bianco e nero dove ad una larga boccata di sigaro seguiva un voluttuoso sorso di whisky. Per fortuna sono arrivati gli anni Ottanta e nello stile di vita della celluloide statunitense ha cominciato a far breccia il salutismo delle palestre e delle lezioni di aerobica.

Fumo e alcol, infatti, sono i principali “terroristi” della salute del cavo orale, diventando per bocca, naso e gola delle vere bombe ad orologeria pronte ad esplodere. Ecco perché le oltre 4000 sostanze nocive contenute nelle sigarette sono più dannose alle vie aero-digestive superiori che al resto del nostro organismo.

Tanto per avere un’idea, chi fuma un pacchetto di sigarette al giorno, nell’arco di un anno, assorbe l’equivalente di una tazza di catrame e in 20 anni 6 chilogrammi di particelle di polvere.

Ancora più pericoloso è il cocktail di fumo e alcol che, consumati insieme, sono i responsabili del 76% dei tumori del cavo orale e di oltre dell’80% di quelli oro-faringei e laringei. I primi sintomi  che si notano, e che non vanno assolutamente trascurati, sono l’aumento della necessità di deglutire,  un inconsueto vellichio alla gola ossia un solletico fastidioso e apparentemente inspiegabile e, infine, un aumento della secrezione salivare al risveglio, associata a forti colpi di tosse che posso sfociare anche in conati di vomito.

Se le sigarette sono sempre sul banco degli imputati non si può assolvere pipe e sigari per “non aver commesso il fatto”; per il prolungato contatto con il calore e con i prodotti della combustione sono la causa di tumori al labbro, alla guancia e al cavo orale anteriore.

Il rischio oncogenetico per chi smette di fumare prima dei venti anni dall’inizio dell’abitudine decresce linearmente fino a riallinearsi rispetto a quello della popolazione generale in circa 15 anni ma per chi è affetto da tabagismo da oltre 4 lustri l’interruzione del consumo delle bionde non riesce a riequilibrare i danni cellulari e molecolari accumulati nel tempo.

 

Lavinia Macchiarini

 



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