Salute: la carie spiegata dall’esperto


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La carie è la più comune malattia dei denti ma su come insorge e come si previene esiste moltissima confusione, luoghi comuni spesso errati e convinzioni strampalate. Innanzitutto che sia causata da ‘batteri cattivi’ il più comune dei quali si chiama Streptococco mutans che si ‘nutre’ della polpa dentaria, oppure che la carie di ‘trasmetta’ per contatto con lo spazzolino infetto di un altro soggetto o per contatto diretto ad esempio tramite un bacio.

La questione è più complicata e abbiamo chiesto di dirimere i dubbi più comuni ad un esperto, il dottor Daniele Benedetti Forastieri, medico chirurgo e specialista in Odontoiatria a Senigallia: “innanzitutto è vero che la carie può essere definita una malattia infettiva perchè causata da batteri ma questi batteri vivono nella nostra bocca usualmente e pacificamente, perchè formano la flora batterica del cavo orale insieme ad altri microrganismi. Ma va detto anche che l’azione dei batteri sulle strutture dentarie è di tipo degenerativo: in condizioni di salute il dente è rivestito da un ‘biofilm’ che permette di mantenere a distanza i microrganismi che hanno bisogno di una sede stabile per proliferare e che si ‘nutrono’ dei residui del nostro cibo”.

Per impedire che questi batteri diventino troppo numerosi e aggrediscano i tessuti del dente occorre che il ‘biofilm’ sia integro e ‘scivoloso’ e che abbiano pochi ‘residui’ di cibo di cui alimentarsi: “Bisogna pensare alla bocca come ad un ‘ambiente’ complesso fatto di strutture, tessuti e sostanze, ognuno con la sua funzione” spiega Benedetti Forastieri “In questo ambiente entrano continuamente sostanze estranee, i cibi, che con la loro composizione chimica hanno un ruolo molto importante nell’insorgenza delle lesioni cariose. Quindi noi assumiamo un cibo e a seconda della sua consistenza questi rimane
attaccato alle pareti dei denti, ad esempio quelli gommosi e zuccherini come le caramelle oppure quelli che contengono zuccheri naturali come la pasta e il pane, mentre frutta e verdura hanno una funzione ‘lavante’, aderiscono meno e mantengono una certa igiene.
Oggi inoltre si è compreso il ruolo del Ph dei cibi e dei liquidi ( bevande molto gassate come la coca cola in particolare ma comunque tutto ciò che è addizionato con CO2 ) ossia la loro acidità: più un cibo è acido e più tempo permane a contatto con il dente, più esercita una azione aggressiva nei confronti del biofilm e della dentina. Se i residui di cibo e di ‘acido’ rimangono nella bocca oltre un tempo critico il Ph della bocca vira verso il basso cioè l’acidità aumenta e si determinano alterazioni a carico delle superfici dure del
dente generalmente iniziando dallo smalto che costituisce la parte di dente più
esposta al cavo orale : smalto che è duro e resistente ma in maniera molto diversa da individuo ad individuo. Purtroppo l’ aggressione dello smalto è asintomatica e, se si verifica, come spesso succede nella fase iniziale, a carico dello spazio interdentale, asintomatica e non visibile”.
Quando lo smalto viene oltrepassato i batteri, che intanto si stanno moltiplicando perchè nutriti dai residui di cibo, trovano la ‘dentina’ che è attraversata da piccoli canali chiamati tubuli che rappresentano vere ‘autostrade’ per i batteri che colonizzano l’interno procurando le lesioni che conosciamo sino a distruggere completamente il dente dall’interno.
Ecco perchè l’igiene orale è fondamentale e deve essere regolare e accurata per un tempo di almeno 5 minuti almeno una volta al giorno (ma due è meglio), il momento topico è la sera dopo cena ma la rimozione è opportuna dopo i pasti principali soprattutto nei bambini. Fondamentale è poi una alimentazione povera di zuccheri complessi e l’apporto di fibre nella dieta quotidiana che oltre ad avere un ruolo fondamentale nella funzionalità
intestinale e nella prevenzione di certi tipi di tumore, hanno l’innegabile vantaggio di indurre una sorta di ginnastica per i denti e per le strutture portanti della bocca. Purtroppo la diffusione della corretta igiene orale è ancora scarsa se si pensa che il 20% dei bambini di 4 anni presenta già lesioni cariose e che questa percentuale sale al 40% tra i ragazzini di 12 anni. Un buon sistema è quindi dare l’esempio e lavarsi i denti tutti insieme, genitori e
bambini, spazzolando delicatamente per almeno 2 minuti (esistono in commercio apposite clessidre da attaccare al muro).
E per ciò che riguarda il passaggio dei batteri da una bocca all’altra? “Si possono trasmettere ma abbiamo visto che non è il batterio da solo a causare la malattia ma le condizioni favorevoli che incontra in una bocca e non in un’altra. Inoltre lo Streptococco mutans, il batterio più comunemente correlato all’insorgenza di carie ma non il solo, è piuttosto selettivo, si abitua a vivere in un ambiente e di solito non sopravvive in un ambiente diverso. Attenzione anche al posizionamento dei denti: malocclusioni, sovrapposizioni e affollamenti non sono solo un problema estetico ma soprattutto fattori di rischio per le più comuni malattie orali come la carie, certo, ma anche la prodontite che determina la caduta del dente naturale. Eppure arrivare sino a 90 anni con i propri denti si può” promette il dottor Benedetti Forastieri, con una igiene accurata e regolare, una dieta alimentare sana ed equilibrata e ricca di vegetali e perchè no, un buon bicchiere di vino al giorno: recenti studi dell’Università di Bari hanno dimostrato che i polifenoli contenuti nel vino e dati dalla fermentazione alcolica dell’uva impediscono ai batteri di aderire alla superficie dentale e inibiscono l’attivazione del processo carioso. Conclude il tutto una visita annuale dal dentista, un pit stop del sorriso che permette di evitare spese successive perchè anche in odontoiatria la prevenzione è fulcro della cura.

La corretta igiene orale:
• lavare i denti almeno due volte al giorno possibilmente con uno spazzolino elettrico per eliminare la placca (tra i 3 e i 5 minuti);
• Utilizzare ogni sera il filo interdentale e il colluttorio per raggiungere le zone dove lo spazzolino non può arrivare;
• Cambiare lo spazzolino da denti ogni 3 mesi ;
• Sciacquare i denti dopo aver bevuto alimenti acidi come succhi di frutta, spremute di agrumi (contengono acido citrico, molto aggressivo) e bibite gassate;
• Insegnare ai bambini a lavare i dentini sin dai primi dentini da latte (che possono essere soggetti a carie);
• Masticare gomme saltuariamente purchè allo xylitolo, uno zucchero capace di diminuire l’acidità del cavo orale e quindi impedire l’attecchimento dei batteri alla superficie dei denti e la loro proliferazione

 

 



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