Moda. Omologazione o eleganza?


Add to Flipboard Magazine.

seta rossa1Secondo il pensiero dei cosiddetti “complottisti” anche la moda punterebbe verso il monopolio che avrebbe il potere di farci indossare qualsiasi cosa e renderci schiavi, costringendoci a entrare in un vorticoso e patologico “usa e getta” di materiali scadenti e modelli che talvolta sono un affronto alla dignità umana.

Non possiamo dare torto a chi sostiene questa teoria. Sedetevi e guardate la gente che passa. Per ogni singolo capo sarei pronta a scommettere che la maggior parte degli assidui dello shopping, saprebbero riconoscere la provenienza del capo, la griffe, il costo. Quindi più che di moda potremmo parlare di divise da sparigliare a piacimento.

La moda per tutti si è tradotta in un business per pochi. Un business che non aiuta la nostra economia, i capi sono sempre prodotti in paesi poverissimi, dove il costo del personale e pressoché irrilevante. Nemmeno le importazioni aiutano la nostra economia, i dazi sono irrisori se non addirittura inesistenti.

Anche nei giornali più “fashion”si mescolano spesso i nomi del lusso con la moda di basso target, anche questo serve per irretire chi pensa che sia essenziale portare qualsiasi cosa sia trendy, e induce a una vera e propria malattia del comprare a tutti i costi.

E’ necessaria una riflessione, staccatevi dall’oggetto che vi hanno fatto pensare sia cool, trendy, o un must. Scoprirete che vi hanno rovinato le gambe inducendovi a portare scarpe assurde e scomode; che vi hanno rovinato la pelle, se non procurato infezioni, con tatuaggi e piercing; vi hanno fatto andare in giro con il sedere fuori e stracciati come barboni e che la vostra immagine “da discoteca” è un affronto alla dignità femminile. Vi hanno fatto tutto questo ma al peggio non c’è mai fine.

_MG_0032La vera essenza della moda arriva da lontano come si suol dire, è fatta di ricerca di eleganza e di unicità. Un popolo uniformato e omologato è solo il mezzo per procurare ricchezza a multinazionali parificate a baracconi da circo, che con la mission presupposta ha poco a che fare. Chi cerca l’eleganza vuole conoscere ciò che indossa, i materiali che porta sulla pelle, e ricerca ciò che esalta la propria figura.  Complice la crisi, molti capaci professionisti della sartorialità  sono tornati all’artigianalità, hanno creato degli  atelier dove impera l’unicità del capo, l’altissima qualità dei materiali,  la classe, l’eleganza. Ora questo rappresenta il lusso: il vero lusso.

Grandi griffe, nei Paesi dove c’è maggiore ricchezza, sono addirittura snobbate, sono out, e vengono considerate roba da nuovi ricchi che notoriamente si lasciano abbagliare da qualunque cosa possa mostrare lo status. Molti nomi noti della moda vengono ormai sorretti da pressanti campagne pubblicitarie proprio perché il target da attirare, è colui che facilmente si riesce ad abbagliare.

J2861L’intellettuale e chi effettivamente è molto benestante non ci sta più al gioco delle pecore uniformate e omologate, non ha bisogno di status symbol e così improvvisamente la ruota ha iniziato a girare al contrario.  Ora si corre a cercare l’artigiano sopravvissuto alla devastazione economica, alla sartoria che produce camice su misura e a chi cuce gli abiti secondo le regole del “ben fatto”,  alla stilista che disegna il capo in esclusiva, o addirittura le scarpe, le cinture, le borse, le valige.
Nasce una nuova e straordinaria tendenza,  il “creations limited”.

Daniela Russo

 



Devi essere registrato per inviare un commento Entra o registrati