La malavita e la Galleria Borghese


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GALLERIA BORGHESELo storico dell’arte Claudio Strinati racconta il “noir” alle origini della grande collezione d’arte romana. “La Galleria Borghese a Roma è un museo amato dal pubblico di tutto il mondo ma forse non sarebbe così se all’origine della sua nascita non ci fosse stato un fatto clamoroso legato, purtroppo, alla malavita, a violenze e sopraffazioni”. Esordisce così Strinati nel suo articolo costellato di interessantissimi aneddoti poco conosciuti.
“Ma che c’entra la malavita in tutto questo?”, scrive lo storico dell’arte. “Nella Biblioteca Apostolica Vaticana si conservano i cosiddetti “Avvisi”,  relazioni sulle vicende quotidiane a Roma, più o meno come i giornali e la televisione oggi. Un Avviso del 2 aprile 1607 dice : “a quel Gioseppino d’ Arpino pittore eccellente e della prima classe, per averli la corte giorni addietro trovato in casa due pistole prohibite, sono stati confiscati li suoi beni stimati/20 scudi, oltre centotrenta quadri di pittura d’ eccellente artificio e maestria, sendo in contumachia stato condennato in pena della vita”. Giuseppe Cesari detto il Cavalier  ( fu nominato dal predecessore Clemente VIII) d’ Arpino (era nato lì) se la cavò. Sembra che fosse stato accusato, in sostanza, di avere sfregiato gravemente il collega pittore Cristofano Roncalli detto il Pomarancio, ma fu assolto da questa accusa. Quando, tuttavia, si trattò di restituirgli i quadri confiscati nel suo studio ( in parte opere sue, in parte di tanti pittori di cui trattava la vendita), il cardinale Scipione Borghese se li fece attribuire e oggi sono il nucleo portante della Galleria Borghese. Non aveva alcun titolo per farlo ma andò così e se oggi alla Galleria Borghese ci sono capolavori del Caravaggio, dell’ Arpino stesso, del Roncalli, dei Caracci e di tanti altri sommi pittori del Seicento, lo si deve a quell’ episodio che, pur involontariamente, consacrò il gusto  e la cultura di Arpino pittore, collezionista e venditore”.



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