Lampedusa. Il paradiso non può attendere


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L’ultimo lembo di terra italiano che emerge nel blu più assoluto del mediterraneo, tra cielo e mare. Con le sorelle Linosa e Lampione forma l’Arcipelago delle Pelagie,  un teatro meraviglioso dove gli interpreti principali,  il sole, il vento e un immenso acquario dalle mille sfumature,  si esibiscono lasciando allo spettatore solo l’impossibilità di dimenticare tante emozioni, tanta bellezza. Lampedusa è l’isola più grande dell’arcipelago, si fa per dire visto i suoi 20km quadrati e le 5000 anime che la vivono stabilmente ma proprio per questo sull’isola si respira un’aria particolare, fatta di cose autentiche, di lavoro, di reti da pesca, di persone genuine e cordiali che dell’ospitalità hanno fatto il loro piatto forte.
1Nonostante l’isolamento invernale certamente non facile da vivere, i lampedusani sono in realtà dei compagnoni sempre pronti a organizzare feste, a improvvisare una cena mettendo a disposizione il pescato e vi assicuro, un ottimo vinello ben ghiacciato. Tutto questo avviene però nel modo più naturale, un po’ come si usava fare un tempo, ciò che conta è la compagnia, una risata e l’armonia. Sull’isola si vive di sport e di mare, non ci sono intrattenimenti notturni particolari per fortuna, così ancora qualche pescatore ha conservato la tradizione di organizzare un’uscita in mare serale per pescare e poi si cucina sul peschereccio, attraccati al molo, dove ogni passante “prestante” di allegria è invitato a partecipare.  E sono sempre i pescatori che di giorno mettono a disposizione le loro barche per portare gli amanti del bello a vedere luoghi straordinari, angoli racchiusi tra roccia e mare, calette che sembrano uscite da un quadro d’autore dove la generosità della natura crea l’impellenza di un bagno ristoratore, magari seguito da un caffè alla cannella preparato come tradizione vuole.

Eh sì signori miei, questa è una miscela esplosiva. Credetemi. Il profumo del mare che si miscela con gli odori della macchia mediterranea portati dalla brezza e l’aroma del caffè alla cannella… non si può descrivere: è come la felicità.

Se questo è lo scenario è vero anche che Lampedusa ha vissuto momenti assai difficili nella sua storia più recente.  Frequentata solo da qualche personaggio famoso durante la lunga estate e costretta a mesi  invernali di isolamento dove l’unica visita era la nave settimanale che portava i viveri e rifornimenti utili alla vita, il mondo si è accorto della sua esistenza solo nel 1986 quanto Gheddafi lanciò due missili SS-1 Scud in dotazione alle forze armate libiche, che avrebbero dovuto colpire un’installazione militare del sistema di radionavigazione LORAN della NATO situata sulla punta estrema dell’isola, a Capo Ponente,  come ritorsione per il bombardamento della Libia da parte degli Stati Uniti nell’operazione El Dorado Canyon.

Per fortuna l’evento non causò alcun danno se non una grave crisi diplomatica tra Italia e Libia. L’isola in questa occasione fu sotto le luci della ribalta e prese vigore a livello turistico, una folla di curiosi finalmente scopriva questo gioiello che pur facendo parte del territorio Italiano era completamente abbandonata al suo destino.

Poi, pochi anni dopo, iniziarono gli sbarchi dei popoli africani che la Guardia Costiera fino a quel momento riusciva a gestire ma la sete di scoop di certi giornalisti dipingevano un’invasione che di fatto era invisibile. Il contraccolpo dei racconti mistificati ha pesato molto sull’economia dell’isola ma poi gli sbarchi si fermarono per un certo periodo, la gente si rese conto di come stavano in realtà le cose e l’economia si stabilizzò.  Lampedusa, senza pace, fu nuovamente teatro di flussi migratori in modo più massiccio e qui i lampedusani hanno dimostrato tutta la loro generosità, persino privandosi dei loro beni. Da qui iniziò Mare Nostrum che provvedeva al salvataggio di questi popoli trasportandoli in Sicilia e poi nella terraferma.
Da tempo sulla piccola isola è tornata la calma, e gli eventuali ospiti del centro d’accoglienza rimangono negli spazi a loro destinati e Lampedusa non è assolutamente penalizzata, i turisti possono godersi le vacanze senza alcun disturbo. A gettare ancora sconcerto però ci pensano certi giornalisti (non faccio nomi per deontologia professionale) che assetati di notizie clamorose (quanto poco veritiere) da dare in pasto al pubblico, distorcono la realtà creando un’immagine completamente sbagliata.

Se amate il mare e la vita marinaresca più autentica, la tranquillità e la buona cucina, puntate su Lampedusa; ve ne innamorerete. Infatti, negli aeroporti di ritorno, dopo la vacanza sull’isola, i turisti si distinguono da tutti gli altri: i loro occhi sono sempre colmi di lacrime… Non è per nulla facile abbandonare questo luogo straordinario, senza provare commozione.

 



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