A Pescara è protagonista l’italiano di D’Annunzio


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dannunzioItalia, Pescara. Si è aperto oggi al Mediamuseum di Pescara, per chiudersi sabato, il 42° Convegno nazionale di Studi dannunziani, promosso dalla Fondazione Edoardo Tiboni per la cultura ed il Centro nazionale di Studi dannunziani, sul tema ‘D’Annunzio e la lingua italiana d’oggi’. Se Dante è il padre indiscusso della nostra lingua, per quel che riguarda il Novecento Gabriele d’Annunzio è stato colui che ha dato l’impulso maggiore al suo rinnovamento, pescando dalla tradizione letteraria e dai dizionari, creando in abbondanza neologismi, arricchendo straordinariamente il suo lessico.

Il poeta pescarese, che, anche riguardo all’uso della lingua si è spesso confrontato con Dante, uno dei suoi grandi modelli, si vantava di aver usato, nella sua straordinariamente ricca produzione letteraria, quarantamila parole, ponendosi in antagonismo con il Sommo poeta, che ne aveva usate solo dodicimila. “Pur se molti sono stati i contributi dedicati negli ultimi decenni a questi argomenti, anche con approfonditi studi su singoli autori e con la compilazione di dizionari, è utile, in un momento così complesso come il nostro, anche nell’uso della lingua attraverso le nuove tecnologie, un ulteriore approfondimento che tenga conto dell’eredità linguistica dannunziana, non solo riferita alla letteratura, che pure occupa un posto preminente, ma anche alla lingua quotidianamente usata”, affermano gli organizzatori del convegno di Pescara.

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