Lugano. È dedicata all’artista bernese Markus Raetz (1941), fra i maggiori protagonisti nel panorama contemporaneo dell’arte svizzera, la prima mostra monografica ospitata dal Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI Lugano) nella sede espositiva al LAC Lugano Arte e Cultura dal 30 gennaio al 1 maggio 2016.
Il progetto espositivo nasce dalla collaborazione con il Kunstmuseum di Berna e il Musée Jenisch di Vevey – sedi delle prime tappe della mostra nel corso del 2014 – e a Lugano assume particolare rilevanza per la presenza di un’installazione inedita intitolata Chambre de lecture, mai presentata al pubblico prima d’ora e appositamente realizzata dall’artista per la sua prima personale in Canton Ticino. In linea con la missione di crocevia artistico tra nord e sud delle Alpi, il Museo vuole così
proporre per la prima volta al pubblico ticinese e della vicina Italia l’opera di uno degli artisti più importanti e incisivi della scena artistica contemporanea in Svizzera.
A partire dalla fine degli anni sessanta Markus Raetz ha sviluppato uno straordinario percorso creativo incentrato sulla relazione fra l’osservatore e l’opera, dando vita a un insieme coerente di lavori che si interroga – e ci interroga – sulla relatività della visione e le diverse prospettive dalle quali si può osservare il mondo. La mostra racconta questo affascinante cammino con oltre 150 opere: parole, forme primarie, volti, oggetti che permettono di cogliere gli elementi costitutivi del suo
singolare vocabolario artistico. Grazie a un approccio al tempo stesso ludico e concettuale, Raetz crea incisioni, disegni e sculture in cui questi soggetti, in apparenza semplici e accessibili, rivelano la complessità della realtà che ci circonda.
Ampio spazio viene dedicato all’opera incisa di Raetz, ambito artistico prediletto dall’artista che negli anni ha esplorato le varie tecniche calcografiche sperimentando nuove applicazioni volte a ottenere una libertà creativa non sempre raggiungibile attraverso la pittura e il disegno. Dalle importanti serie realizzate negli anni settanta, quando apprende e perfeziona le principali tecniche incisorie in seguito al soggiorno presso la Gerrit Rietveld Academie di Amsterdam, fino ai più recenti e meditativi studi dedicati alla difficile arte del bulino, la mostra include opere realizzate con la più grande varietà di
tecniche: dall’acquaforte all’acquatinta, dalla punta secca all’eliografia.
Le sperimentazioni grafiche di Raetz sono accompagnate da una parallela ricerca in ambito plastico come testimoniano le numerose sculture incluse nell’allestimento: si tratta sovente di opere che si trasformano sotto lo sguardo dello spettatore mutando aspetto, e di conseguenza significato, a seconda del punto di vista scelto. Una parola può quindi trasformarsi nel suo esatto contrario e il profilo di un uomo con un cappello apparire al tempo stesso come la sagoma di una lepre: nelle
sculture di Raetz coesistono gli opposti e niente è come appare di primo acchito.
Chambre de lecture
Quest’opera, presentata in uno spazio dedicato e distinto rispetto all’allestimento della mostra, costituisce un ideale punto di partenza per avvicinarsi alla poetica di Markus Raetz. La Chambre de lecture è composta da 432 profili in filo di ferro modellati dall’artista e sospesi ordinatamente davanti alle pareti di uno spazio neutro. I profili si animano al più lieve spostamento d’aria, dando vita a una serie di affascinanti dinamiche: uno sguardo ravvicinato permette di cogliere il mutamento delle espressioni di ogni singolo elemento, o ancora i dialoghi sfuggenti fra due o più profili, mentre nel
suo insieme l’opera sembra fluttuare, come se seguisse il propagarsi di un moto ondulatorio, di un’eco. Contemplando il movimento delle teste si è portati al contempo a sorridere e riflettere. Come spesso avviene nelle opere di Markus Raetz, il passaggio dalla dimensione più universale del discorso a quella intimistica della fruizione è senza soluzione di continuità.
Alla Chambre de lecture è dedicata l’omonima pubblicazione (Edizioni Casagrande) realizzata in occasione della mostra dal MASI Lugano. Il libro racconta l’opera con 360 immagini e i testi di Francesca Bernasconi, curatrice dell’esposizione, e Marco Franciolli, direttore MASI Lugano. Arricchisce il volume una selezione di immagini a colori realizzate dal fotografo Alexander Jaquemet nell’atelier dell’artista.
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