Eppur si vede


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fabbrica_vedere_3Venezia – Non ha inventato lui il cannocchiale, ma se n’è servito sin da subito in modo egregio, scrutando e descrivendo le asperità della superficie lunare. Ai tempi di Galileo Galilei arte, scienza e artigianato si mescolavano ancora con esoterismo, eresia e immaginazione. E quindi in questo Carnevale 2016 che si rifà alle arti e alla tradizioni veneziane, in un posto come LA FABBRICA DEL VEDERE non si poteva che riferirsi a lui, alle sue scoperte, in parte, si sa, anche negate. Rammaricandosi solo che, tra un cannocchiale Leonardo Semitecolo (1750 ca), alcune anamorfosi sei-settecentesche, un caleidoscopio, un grande cromografo per lanterna magica, dei vetri lavorati da Romano Zen, l’ultimo ottico “fabbricatore” veneziano e, ancora, una carta da involto dell’occhialer veneziano Biagio Burlini (1750 ca.), alcune tavole dell’enciclopedie Diderot Diderot e D’Alembert, un graffio d’ironia sugli abitanti della luna di William Hogart, qualche testo scientifico del XVIII secolo, una pianta “a volo d’uccello” colorata a mano di Probst (1740) non si possa annoverare assolutamente nulla appartenuto al grande pisano. Ma a Carnevale tutto può succedere. Soprattutto quando, collegandosi all’Associazione Musica Venezia, questa riflessione (dell’ottica, ricordando Galileo Galilei) diventa anche musica con un concerto che giovedì grasso proporrà all’Ateneo Veneto, le musiche del padre, del fratello e dei contemporanei del primo “narratore” della Luna.

 

Eppur si vede

materiali e immagini

 

dal 24 gennaio al 26 marzo

dalle 17 alle 19 chiuso il martedì

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