I restauratori italiani salvano l’arte ferita di Palmira


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Tecnici dell‘Istituto superiore della conservazione e del restauro sono al lavoro su due busti funerari, uno maschile e uno femminile, provenienti dal sito archeologico di Palmira. Le due opere che risalgono al II-III secolo d.C, sono in calcare locale bianco e arricchite da iscrizioni. Saranno recuperate entro la fine del mese e poi saranno restituite al museo di Damasco.

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Si tratta di due opere, danneggiate durante la presa del museo da parte dei miliziani dell’Is, tratte in salvo dai funzionari della direzione delle Antichità di Damasco che le ha portate nella capitale siriana nella primavera del 2015. I busti sono stati poi affidati all’Italia per ricevere le cure adatte al loro recupero. Un trasferimento rocambolesco, dalla Siria al Libano e poi a Roma, frutto della sinergia tra il nostro Paese e la direzione delle Antichità di Damasco, organizzato dall’archeologa Frances Pinnock. Le opere sono arrivate a Roma nell’ottobre dell’anno scorso.

palmirabusti “Quando i due busti arrivati qui – ha spiegato Gisella Capponi, a capo dell’Istituto superiore della conservazione e del restauro nel corso della presentazione – è stato costituito un gruppo di lavoro formato da una geologa per lo studio del materiale, un chimico per verificare le superfici, i restauratori e un team dedicato all’elaborazione di un’immagine in 3d, soprattutto per quanto riguarda la figura maschile, con lo scopo di ipotizzare la reintegrazione della parte mancante. Siamo molto orgogliosi di avere queste due opere da noi e speriamo che questo sia un primo passo per poter andare a Palmira”.

 

 



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