In Sicilia le tradizioni Pasquali più suggestive


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Momento in cui rivivono antiche tradizioni, la Settimana Santa e la festa di Pasqua in Sicilia vengono celebrate con riti di grande impatto. I riti della Settimana Santa presentano una complessità di contenuti e di simbologie dovute ai numerosi influssi, soprattutto dovuti alla cultura spagnola, dominante tra il XVI ed il XVII secolo, ed ai temi teologici della religiosità controriformista.

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Questi riferimenti culturali non esauriscono però la complessità e l’importanza di tali riti all’interno delle comunità. Lo scrittore Gesualdo Bufalino scrisse: « A Pasqua ogni siciliano si sente non solo spettatore ma attore, prima dolente, poi esultante, d’un mistero che è la sua stessa esistenza»

Tra le processioni del Venerdì Santo spicca quella del Cristo Nero di Caltanissetta: un piccolo crocifisso ligneo del XV secolo, oggetto di grande venerazione da parte dei nisseni che gli hanno dato il titolo di Signore della città. La processione è accompagnata dai ladanti: un gruppo di uomini scalzi, vestiti di una tunica viola, che cantano in un antico dialetto la triste vicenda della morte di Cristo sulla Croce. Oggi un gruppo di devoti volontari, in passato i ladranti erano soltanto i fogliamari: i poverissimi raccoglitori di verdure selvatiche che si tramandavano oralmente questa antica tradizione.

Caltanissetta_435-07-31-08-2499A Modica (RG), il giorno più caratteristico dei festeggiamenti è proprio la domenica di Pasqua: il simulacro della Madonna ancora in lutto è portato in processione in corso Umberto, la via principale della città. Qui avviene l’incontro con la statua del Cristo risorto: a questo punto viene sciolto il manto nero della Madonna e si liberano in volo colombe bianche. Il rito, che risale al ‘600 e ha origini spagnole, è noto con il nome di Madonna Vasa-Vasa perchè, nel momento centrale (in piazza S. Domenico), le due statue si avvicinano per un bacio.

Anche a Butera (CL), dopo la messa solenne di mezzogiorno, avviene un simile incontro tra le processioni che partono dalla Chiesa Madre e dalla Madonna delle Grazie. La sera, dopo la “Via Lucis” tra le strade cittadine, le celebrazioni si concludono con uno spettacolo pirotecnico.
In tutta la Sicilia però si svolgono particolari e suggestivi riti come ad esempio ad Adrano che si trova in provincia di Catania, nel parco dell’Etna che dalla Domenica delle Palme quando si tiene la Via Crucis Vivente, al Giovedì Santo dove si tiene la solenne processione della seicentesca statua del Cristo alla Colonna che si conclude nelle prime ore del mattino del Venerdì Santo, fino alla Domenica di Pasqua dove si raggiungono le più sceniche delle rappresentazioni con” I Diavulazzi di Pasqua”. Oppure in provincia di Messina a San Fratello passata alla storia per la “Festa dei Giudei”, una manifestazione della settimana pasquale molto insolita, studiata da molti etnologi. Si caratterizza per la presenza dei “Giudei”, gruppi di persone che scorrazzano per il borgo suonando trombe, indossando un’uniforme colorata e disturbando addirittura le manifestazioni religiose, senza però profferire parola. Impersonano più demoni allegri e chiassosi che i carnefici di Cristo e sul loro significato gli studiosi hanno fatto varie ipotesi, addirittura Sciascia vi ha visto una sorta di rovesciamento sociale in cui oppressi si fingono oppressori.

Vi sono tradizioni della chiesa ortodossa a cui la religiosità isolana aderì da prima del Medioevo e continua sino ad oggi, con le comunità albanesi che tuttora praticano il rito greco-ortodosso. La comunità di Piana degli Albanesi in provincia di Palermo, che conserva lingua, tradizioni e costumi albanesi, si distingue per il rito greco-bizantino. Nelle celebrazioni liturgiche vengono utilizzate sia la lingua greca che la lingua albanese. Le manifestazioni religiose, solenni e ricche di simbolismi trovano il loro culmine nella celebrazione della Java e Madhe (Settimana Santa). Tra le varie tradizioni sono da ricordare alcuni dolci tradizionali: Panaret tipico di Piana degli Albanesi, a forma di cesto con manico di pasta frolla, Verdhët, una sorta di torta, e Vetë të kuqe, tipico della medesima comunità e riscontrabile nei paesi ortodossi della Grecia, ricca di simboli che richiamano la vita, la fertilità e la Resurrezione.



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