Matisse in the studio


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Londra – La mostra focalizza l’attenzione principalmente sulla ricchissima ed eclettica collezione d’arte di proprietà del pittore, sul ruolo fondamentale che essa ha avuto nel suo lavoro e di come questi oggetti, conservati nel suo studio, siano stati fonte di ispirazione continua nella sua arte trascendente.

Henri Matisse (1869–1954) è stato un pittore, incisore, illustratore e scultore francese tra i più noti artisti del XX secolo, ed esponente di maggior spicco della corrente artistica dei Fauves. Nel 1901 espone a Parigi al Salon des Indépendants e conosce gli altri artisti con cui fonda il movimento dei FauvesMaurice de Vlaminck e André Derain. Per gli esponenti di questo gruppo l’artista raffigura non tanto ciò che vede, quanto l’emozione suscitata in lui dalla realtà. Principale mezzo espressivo è il colore: le tinte sono pure, stese su ampie superfici ed accostate in modo da esaltare i contrasti tra colori i complementari e la luminosità.

Come molti altri artisti d’avanguardia, Matisse si interessa di varie forme espressive e di arte Primitiva. Abbandona la tavola cromatica degli Impressionisti creando uno stile molto personale, basato su colori piatti e brillanti e linee fluide. I suoi soggetti sono principalmente donne, interni e nature morte. A partite dal 1939 inizia a produrre, oltre ai dipinti, sculture, litografie, acqueforti, pitture murali, cartoni per arazzi, mobili, scenari e costumi per balletti.

Matisse ha disegnato e creato le sue opere partendo ed ispirandosi a numerosi oggetti, molti dei quali esposti per la prima volta alla Royal Academy of Arts, provenienti dagli angoli più lontani e remoti del mondo: statue buddiste thailandesi, figure Bamana del Mali, mobili e tessuti acquistati nel Nord Africa. Pur non avendo alcun valore materiale, questi oggetti erano comunque molto preziosi, in quanto offrivano punti di partenza, ispirazione e idee su cui, nel tempo, Matisse tornava spesso, rivisitando forme e disegni e reinterpretando il modello originale in diverse fasi della sua carriera, adattandolo a nuovi ambienti, constesti sociali e periodi storici.

Gli oggetti della collezione personale di Matisse che sono stati riuniti nella mostra, se da una parte hanno formato e plasmato il suo repertorio artistico, dall’altra hanno offerto infinite possibilità di allargare gli orizzonti attraverso influenze, culture e stili che andavano ben oltre i limiti dell’arte occidentale del tempo. La scultura africana e le maschere tribali (che molto interessarono anche Gauguin e Picasso) furono per lui una rivelazione, suggerendo modelli più espressivi e inusuali per raffigurare il volto e la figura umana in genere.

A partitre dagli anni Trenta, Matisse iniziò a decorare ed adornare il suo studio di Nizza con colonne, arabeschi e tessuti provenienti dal mondo islamico per creare set raffinati e sensuali per i suoi ‘odalisques’, dai quali emerge un’armoniosa sinergia tra figure oggetti. E ancora, quasi alla fine della sua vita, mentre la carriera raggiungeva l’apice, nel periodo dei famosissimi Cut-out’, egli guardò e si ispirò alla concisa precisione della calligrafia cinese e dei tessuti africani per inventare un nuovo e personale linguaggio semplificato costituito essenzialmente di segni.

La mostra Matisse in the Studio offre chiavi di lettura alternative rispetto alla ricca storiografia e bibliografia di Matisse permettendo ai visitatori di osservare contemporaneamente sia la collezione personale dell’artista che i dipinti, le sculture e i disegni che essa ha ispirato. E solo così, guardando fisicamente e contemporaneamente opere e modelli ispiratori, si può comprendere come la magistrale visione sinergica e dinamica della sua arte sia originata innanzitutto dal collage di modelli e ritmi che l’artista ha trovato nel mondo degli oggetti.

Fino al 12 Novembre 2017
Royal Academy of Arts, The Sackler Wing, Burlington House, Piccadilly – Londra



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