Il greco antico è più vivo che mai


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Arriva  in  libreria “il Dizionarietto di greco” di Paolo Cesaretti  e Edi Minguzzi: una “carta d’identità” della nostra cultura  

Chi ha detto che il greco è marginale nel panorama delle lingue moderne o, peggio, che il greco antico è una lingua morta? Con una cavalcata interdisciplinare attraverso le parole (da “Accademia” a “Zoologia”), “il Dizionarietto di greco” di Paolo Cesaretti e Edi Minguzzi , non a caso recante il sottotitolo  “Le parole dei nostri pensieri” (ELS La Scuola, pp. 252, euro 17,50), mostra come l’universo linguistico greco sia il serbatoio concettuale di 3000 anni di cultura occidentale. E lo certificano bene anche i neologismi che hanno caratterizzato le scienze negli ultimi secoli (dalla fisica alla cibernetica, dalla economia alla psicoanalisi). Non si pensi però  al classico vocabolarietto per ginnasiali. In realtà “il Dizionarietto di greco” è ben altro. Ogni lemma viene  qui illustrato con straordinaria attenzione all’etimologia, alla fortuna culturale, agli esiti nella lingua comune, compresi gli usi più comuni o curiosi, ed accompagnato da  brevi citazioni di passi greci proposti nell’originale,  e tradotti e trascritti (a vantaggio di chi, non conoscendo ancora la lingua, volesse almeno provarne tra sé il suono). Utile dunque a chi ha frequentato il liceo classico, ma anche a chi proviene  da altri percorsi,  con una formula che vuole aiutare tutti, “ il Dizionarietto di greco” offre ai lettori la “carta d’identità” della nostra cultura occidentale. E consente di riscoprire con occhi nuovi la più formidabile macchina per pensare (e sentire) mai elaborata:  la lingua greca, appunto . La sua portata innovativa balza all’occhio in queste pagine a partire dalle elaborazioni  degli autori dell’Ellade (soprattutto  sul mito e la storia , la natura e l’uomo),  proseguendo con la diffusione del cristianesimo (grazie al “greco” di San Paolo, lo “strumento eletto” che consentì al Vangelo di  penetrare nella cultura ellenofila dell’Impero romano), sino  al Rinascimento (che si nutrì delle fonti greche  per affermare la ritrovata dignità dell’uomo) e alle scienze sperimentali moderne ( praticamente costruite su neologismi greci). “Come nessun’altra lingua, anche dopo millenni, la lingua greca è vivente non solo per i milioni di parlanti attivi ma in tutte le lingue europee moderne: forse miliardi di persone, in ogni continente, anche per il tramite della globalizzazione culturale, ne pronunciano migliaia di parole al giorno, e non lo sanno. L’italiano ne è ricco persino più delle altre, perché ha assorbito la cultura greca fin dalle origini attraverso la mediazione latina”, scrivono Paolo Cesaretti e Edi Minguzzi nella premessa. Insomma “il  Dizionarietto di greco”,  è indispensabile per chi  desidera rendersi consapevole del senso e del perché delle parole che dice. Ben quattrocento  le voci trattate , scelte setacciando la loro importanza dall’ VIII secolo a. C. ai giorni nostri, in ambito spaziale che abbraccia quattro continenti, da contesti che comprendono le vette dell’espressione letteraria e filosofica antica, i lessici specialistici moderni, il gergo contemporaneo. “E ciascuna voce è, è stata e sarà tessera nel mosaico in espansione – perciò mai davvero compiuto né tanto meno completo – della cultura occidentale”. scrivono gli autori. Aggiungendo: “E ciò soprattutto (e giocoforza) perché radicato, direttamente o meno, nella lingua greca”.

Gli autori

Paolo Cesaretti insegna Letteratura Greca, Civiltà Bizantina e Storia Romana all’Università di Bergamo. Tra le sue pubblicazioni: Teodora. Ascesa di una imperatrice (Mondadori, 2002) e Le quattro mogli dell’imperatore. Storia di Leone VI di Bisanzio e della sua corte (Mondadori, 2015).

Edi Minguzzi insegna Lingua Greca all’Università Statale di Milano. Tra i suoi lavori, Imparare il greco. Grammatica e lessico di base (Cortina, 2012) e, con R. Giacomelli, La parola e la frase. Corso di semantica (Il Calamo, 2007).



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