La Devota Bellezza


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La mostra che si tiene fino al 5 novembre presso Palazzo degli Scalzi, via Gramsci 5 – Sassoferrato (An),  è incentrata sui disegni del Sassoferrato. L’opera grafica del Sassoferrato, che non è praticamente mai stata esposta in Italia, è estremamente rara: si contano meno di novanta disegni sicuramente attribuibili, dei quali sessantatré appartengono alle collezioni reali inglesi, acquistati direttamente a Roma nel 1768-9 dal connoisseur Richard Dalton per le collezioni di Giorgio III, di cui era Bibliotecario.

La Regina d’Inghilterra ha graziosamente acconsentito al prestito di ventuno di questi disegni, disegni che formano il corpus centrale della mostra e senza i quali l’evento non sarebbe stato possibile; pochi altri fogli di collezioni pubbliche e private accrescono questo nucleo fondamentale. Accanto a questa serie di opere su carta vengono presentati alcuni importanti dipinti che possono così per la prima volta essere raffrontati ai disegni stessi, permettendo di indagare e meglio comprendere la pratica pittorica dell’artista.

Dal raffronto emerge chiaramente fino a qual punto l’artista rimanga fedele alla prima idea espressa nel disegno, come si può vedere nell’Angelo di Windsor e nel quadro corrispondente della Fondazione Longhi, o nel disegno della Madonna, Gesù Bambino e San Giovanni Battista di Windsor raffrontato alla bella tela della fondazione Tosio Martinengo di Brescia, fermi restando i suoi debiti con il repertorio rinascimentale in genere e raffaellesco in particolare mediato per il tramite dell’opera incisa dell’Urbinate. Un importante gruppo di dipinti provenienti soprattutto dal territorio marchigiano, affiancherà poi il nucleo centrale della mostra, concreta presenza e viva testimonianza dell’impegno con cui si intende procedere nell’opera di ricostruzione e tutela del patrimonio artistico della Regione.

Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato (Sassoferrato, 25 agosto 1609 – Roma, 8 agosto 1685) apprese la pratica artistica nella bottega del padre, Tarquinio Salvi. Il resto dell’educazione non è documentata, eccetto il suo lavoro presso la bottega del bolognese Domenichino, che a sua volta fu allievo di Annibale Carracci. Pare che abbia trascorso la prima parte della sua vita lavorativa producendo copie multiple, di vario stile, di immagini devozionali per committenti privati. Esistono più di trecento opere del Sassoferrato nei musei del mondo, inclusa la maggior parte dei suoi rimanenti disegni, conservata appunto nella collezione Reale del Castello di Windsor, in Inghilterra.



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