Mangiarsi le parole


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Non sono chef stellati ma scrittori italiani del Novecento gli autori delle 101 ricette letterarie di Mangiarsi le parole (due i premi Nobel, Grazia Deledda e Giuseppe Ungaretti), un’intrigante raccolta di testi rari e dimenticati belli da leggere e buoni da mangiare. Sì, perché il libro è una godibilissima antologia letteraria ma anche un originale ricettario da usare in cucina. Il volume è organizzato in un Menù alla carta di sette portate e in altrettanti Menù a tema: afrodisiaco, rosa (ricette di donne), giallo (poliziesco), dietetico, in versi (questa volta solo primi piatti), oltre a un gioco – il menù di menù – e a quello del lettore, le pagine bianche per chi cucina di ogni ricettario che si rispetti. In più, altrettanti racconti inediti regalati da importanti amici della Statale: Simonetta Agnello Hornby, Andrea Vitali, Walter Siti, Hans Tuzzi, Antonio Franchini, Giuseppe Lupo e Michele Mari – memorabile questa sua autobiografia “culinaria” fra i banchi della Statale. Il tutto condito con immagini inedite di APICE, gli Archivi della Parola dell’Università: documenti (la lettera con ricetta del brodetto di lavarello spedita da Luigi Veronelli a Mario Soldati), riproduzioni di bozzetti “culinari” di John Alcorn, rare fotografie a soggetto gastronomico.



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