Le italiane verso le forme della libertà
Magrezza è sinonimo di bellezza? Per gli italiani, donne e uomini, la donna ideale è una taglia 44, seguita dalla 46 e solo al terzo posto la 40-42. Questo e molto altro ancora emerge dalla ricerca condotta da GfK Italia per Fiorella Rubino. I risultati dello studio su un campione di 1.000 donne e 200 uomini sono stati presentati e commentati da specialisti del settore tra cui Francesco Morace, sociologo, Elisa D’Ospina, modella e presentatrice, Laura Campanello, filosofa, Anne van Merkensteijn, brand director Fiorella Rubino e Cinzia Malvini, giornalista moda. L’indagine traccia una evoluzione del rapporto di ogni donna con il proprio fisico, il peso, i canoni della bellezza e soprattutto con la moda, partendo da una base storica oggettiva. L’azienda ha infatti una esperienza decennale ed unica in fatto di ricerche sul mondo femminile a cui si aggiunge il nuovo studio realizzato con GfK Italia.
Ecco qualche dato
- La donna ideale? A giudizio unanime di uomini e donne è la taglia 44 – tra gli uomini il 70% ci uscirebbe a cena, il 67% la sposerebbe e il 66% passerebbe con lei una notte di sesso. Al secondo posto la taglia 46 e solo al terzo la 40-42.
- Le curvy sono: allegre (83% uomini e 86% donne), belle (78% uomini e 85% donne), materne (77% uomini e 91% donne).
- I responsabili dell’equazione “bellezza uguale magrezza” sono i media e la moda (83% donne e 73% uomini).
- Il giudice più severo? Per il 47% delle donne è se stessa.
Quella che emerge è la figura di una donna che sta imparando a vivere liberamente le proprie forme e a riscoprire la propria «joie de vivre», al di là di stereotipi ancora presenti. Rispetto a 17 anni fa, infatti, è costante la difficoltà di rapporto con il proprio corpo. Per certi versi si è alzata l’asticella: c’è un maggior desiderio di adesione a dei requisiti di “forma fisica” che, se da un lato indicano una maggiore e positiva attenzione alla salute, dall’altro, denotano il confronto con stereotipi estetici che possono generare senso di inadeguatezza e timore di un giudizio negativo, sia da parte di se stesse che da parte degli altri.
Il tutto sta avvenendo rapidamente, in un momento di cambiamento a livello sociale, dove sono ancora presenti molte barriere e luoghi comuni, ma al tempo stesso sono sempre più evidenti e concreti i segnali di evoluzione provenienti per esempio dalle sfilate e dalle campagne di comunicazione di importanti stilisti. In tutto questo, Fiorella Rubino si fa interprete ed espressione di un percorso che punta ad affermare una reale “shape diversity” convinta che, proprio con il maggiore impegno delle case di moda e dei media, molto possa cambiare: per riscoprire la bellezza di ogni forma fisica e quella legata alla personalità unica di ogni donna.
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