Barolo Cannubi 2012: l’espressione di una MeGA leggendaria


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Come è ben noto Cannubi è il nome di una collina nel comune di Barolo che definisce da una lato la valle che risale ampia e maestosa fino a La Morra e dall’altro quella, più stretta e ripida, che definisce a sua volta la dorsale parallela su cui sorge Castiglione Falletto e che sale sino a Monforte d’Alba. Un rilievo collinare protetto dalle più elevate colline circostanti e che, partendo quasi dal concentrico del paese di Barolo, digrada dolcemente verso la pianura di Gallo Grinzane.

Ma la notorietà di Cannubi è soprattutto legata al Barolo che nasce da questa terra, essendo certamente la denominazione più storica di questo vino: la prima bottiglia di cui si ha notizia riporta soltanto il nome del vigneto, Cannubi appunto, e l’annata, 1752. Da allora – e, presumibilmente, anche da prima -, i vigneti di Cannubi sono sempre stati considerati particolari per le caratteristiche qualitative dell’uva nebbiolo che qui si produce (e quindi del vino) e il nome Cannubi è sempre stato riportato in etichetta dai proprietari dei vigneti come elemento di pregio e di qualità superiore. La particolarità di Cannubi risale a una combinazione irripetibile di fattori pedo-climatici, capace di dare vita a vini divenuti un simbolo delle migliori espressioni della denominazione. L’esposizione e la particolare posizione dei vigneti, protetti dai venti e dal freddo, unitamente alle caratteristiche del suolo, risalente al periodo Tortoniano, ricco di sabbia e marne, con un’importante presenza di calcare (Marne di S. Agata fossili), conferiscono al Barolo Cannubi una pregevole intensità aromatica e un perfetto equilibrio tra eleganza e potenza. A Cannubi Tenuta Carretta possiede 2,6 ettari di vigneti di nebbiolo, dedicati alla produzione del Barolo Cannubi e del Barolo Cannubi Riserva. Due vini che interpretano non solo lo stile aziendale ma che si pongono anche come emblemi dell’ inestimabile patrimonio viticolo della Tenuta e del suo impegno nel preservarlo. Per la conduzione dei vigneti aziendali, infatti, vengono adottate pratiche agronomiche che si rifanno ai criteri della sostenibilità, espressi attraverso l’adozione delle tecniche di viticoltura integrata. Da tempo Tenuta Carretta ha bandito l’uso di diserbanti e di disseccanti e la lotta contro gli insetti nocivi viene condotta attraverso l’uso di trappole a ferormoni e favorendo il ripopolamento di antagonisti naturali come alcune specie di uccelli e di chirotteri, in applicazione dei protocolli del progetto“Green Experience”, cui l’azienda aderisce.

L’annata 2012

L’andamento climatico del 2012 è stato caratterizzato da una primavera piovosa a cui ha fatto seguito un’estate più arida che calda, con temperature elevate compensate solo in parte da sporadiche piogge nella prima parte del mese di settembre. Alla vendemmia le uve erano sane e ricche di sostanze polifenoliche, in grado di dare vini di buona struttura e complessità aromatica. Tenuta Carretta,  per tradizione consolidata, ha voluto regalare ai Barolo di questa vendemmia un prolungato affinamento in cantina, per consentirne l’espressione della loro natura più autentica.



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