Una fortuna sfacciata


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Candidato al premio Le Monde

Magda ha solo pochi mesi quando una pentola di acqua bollente le cade addosso, rovinandole per sempre il petto (ma risparmiando per miracolo il viso).
Sua madre si dedica a lei in modo ossessivo, non lasciandole quasi lo spazio di esistere. A Magda non rimane che la fortuna sfacciata di essere una sopravissuta.
Ma la bambina sta crescendo, si fa donna, si innamora, vuole vivere, vivere davvero.
Ed è questo processo che l’autrice ci racconta pagina dopo pagina,  la “fortuna” che offre alla sua protagonista,  di riappropriarsi della sua storia e di chiudere definitivamente una ferita aperta.

Il coraggio di guarire e rinascere

Magda ha pochi mesi quando le succede qualcosa che non dovrebbe mai succedere e che le segna la vita per sempre. Una pentola di acqua bollente le si rovescia addosso. Il viso è salvo, ma il petto resterà sfregiato per sempre.
È l’inizio di un calvario fatto di operazioni, lunghi ricoveri in clinica, soggiorni alle terme, accompagnato dalla sensazione di essere diversa e in qualche modo colpevole, responsabile di quello che è successo. Non sai quanto ha sofferto tua madre, le ripetono tutti. Non sai quanto si è sacrificata.
E in effetti sua madre si dedica a lei quasi interamente, trascurando il fratellino di poco più grande, accompagnandola ovunque, non lasciandole quasi lo spazio di esistere, in un sottile scambio di ruoli, dove è lei a incarnare la sofferenza, mentre a Magda non resta altro che congratularsi con se stessa per la fortuna che le è capitata. La fortuna di essere una sopravvissuta.
Non è facile vivere così, chiedendo scusa di esserci, in una famiglia che rivela pian piano il suo disagio, la sua incapacità di fare gruppo, di formare un insieme coeso, di capire e porre rimedio all’infelicità degli altri.
E così, crescendo, il fossato che sempre si scava tra un adolescente e i suoi familiari diventa nel suo caso ancora più profondo. Magda vuole vivere, ma vuole vivere per sé. Vuole ricuperare i suoi ricordi, e vuole che siano suoi, non quelli che la madre ha registrato con cura maniacale in un quaderno.
Ed è questo processo che l’autrice ci racconta pagina dopo pagina, questa la ‘fortuna’ che offre alla sua protagonista, quella di riappropriarsi della sua storia e di chiudere definitivamente una ferita aperta.

Un romanzo intenso e catartico, una prosa semplice e squisita

Anne Godard, nata a Parigi nel 1971, insegna lingua e letteratura francese alla Sorbona. Questo è il suo secondo romanzo, accolto in Francia con grande favore dal pubblico e dalla critica.



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