Santa Bibiana torna nella sua dimora originale


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Roma – La riqualificazione dell’Esquilino passa anche per i suoi straordinari beni artistici e culturali. E il riposizionamento della statua di Santa Bibiana del Bernini nell’omonima chiesa del quartiere romano, dopo un complesso restauro che ha permesso all’opera di ritrovare l’originaria posizione prevista dal suo autore, è un passaggio fondamentale in questa prospettiva.

L’auspicio è che il ricollocamento della statua, dopo il clamore mediatico del suo restauro a vista durante la grande mostra monografica su Gian Lorenzo Bernini organizzata dalla Galleria Borghese e la rottura di un dito della mano la cui notizia ha fatto il giro del mondo, richiami l’attenzione sul quartiere e sui tesori d’arte che custodisce. A partire proprio dalla chiesetta di Bernini, che segna il suo debutto come architetto e che custodisce un prezioso ciclo di affreschi di Pietro da Cortona, altro grande ‘nunzio’ del Barocco. La rottura del dito “è stata rilevata come una cosa gravissima – afferma il soprintendente Francesco Prosperetti – ma è stato ingiusto attribuirla allo spostamento della statua nella Galleria Borghese per la mostra, occasione indispensabile invece per il restauro. L’incidente è avvenuto solo per l’imperizia di un operatore addetto al ricollocamento della statua. Per fortuna – osserva Prosperetti – Santa Bibiana ha fatto il miracolo e il dito non si è neppure scheggiato, tanto che il restauro è riuscito perfettamente”.

Un restauro che ha rivelato non solo la sbagliata collocazione della statua, frutto di spostamenti della stessa nei secoli precedenti, ma anche che la “mano della santa aveva già subito altri danni. Il pollice era stato riincollato forse dallo stesso Bernini”, spiega Prosperetti, che lancia l’allarme per i beni culturali di quella zona, dove ricade anche il Tempio di Minerva Medica, “in degrado anche per le vibrazioni causate dal trenino delle Laziali. E’ assurdo – sottolinea – che con la Metro C operativa funzionino ancora quei trenini”.

Tornando al restauro, una volta rimossa e portata alla Galleria Borghese, la statua ha rivelato aspetti totalmente inediti della tecnica di Bernini ai restauratori, che già quando l’hanno esaminata per la prima volta nella chiesa, si sono accorti “che aveva delle incongruenze – racconta la restauratrice Maria Grazia Chilosi – Sapevamo che Bernini dava estrema importanza alla ricostruzione scenica del contesto in cui collocava le sue statue, ma in quella nicchia Santa Bibiana guardava in un punto a caso”. Una volta esaminata, i restauratori hanno rilevato dei danni alla scultura che testimoniavano vari spostamenti e, a ogni ricollocazione, un’indebita rotazione che ne aveva alterato l’equilibrio prospettico. Attraverso disegni della statua realizzati all’epoca di Bernini e altri documenti, nonché grazie a un ulteriore finanziamento dell’Enpam, i restauratori sono riusciti a risistemare il basamento e a collocare la statua nella posizione esatta in cui l’aveva posta Bernini.



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