Il premio “Una vita dedicata al mare” consegnato all’amm. Lertora


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Pisa. Il 9 novembre presso il palazzo del Consiglio dei dodici, l’Istituzione dei cavalieri di Santo Stefano con la loro Accademia di marina, hanno celebrato la 36°edizione del premio “Una vita dedicata al mare”. Un premio prestigioso impregnato di onore, gloria, storia e tradizioni che quest’anno è stato consegnato all’ammiraglio Giuseppe Lertora, già comandante in capo della squadra navale italiana, già comandante dell’Accademia Navale di Livorno e ancora oggi impegnato sui temi che riguardano la Marina con recenti interventi sulla “guerra dei migranti” e sul governo italiano, senza dimenticare il suo “ Lettere salmastre. Vita e pensieri di un Marinaio del Cielo”, un libro coinvolgente e ricco di emozioni, di storie di vita vissuta tra cielo e mare ma anche di critiche e consigli utili affinché i valori della Marina non vengano mai meno.

L’apertura della cerimonia con i saluti del presidente dell’Accademia di marina dei cavalieri, grand’ufficial ammiraglio Luigi Romani e del presidente dell’istituzione cavaliere di gran croce Umberto M. Ascani, hanno preceduto la consegna dei premi di studio che l’Istituzione, l’Accademia di marina, la Lega navale e i benemeriti cavalier ufficiale Antonello Giura e accademico Remigio Mini assegnano ogni anno ai migliori allievi dell’Accademia di Livorno, del nautico Cappellini, all’Accademia della marina mercantile di Genova e alla Capitaneria di porto di Genova.

Un’atmosfera suggestiva ed emozionante data dalla prestigiosa location, dalla storia dell’Istituzione dei cavalieri di Santo Stefano che insieme all’Accademia di marina dei cavalieri, si occupa del mantenimento della memoria storica del glorioso Sacro Militare Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano fondato da Cosimo de’ Medici duca di Firenze e Siena e papa Pio IV che con la solenne bolla His quae del 1º febbraio 1562 ne decretò la costituzione al fine di contrastare la pirateria barbaresca. Lunga vita all’Istituzione dei cavalieri e della sua Accademia che oggi come allora, seppur in modalità diverse, continuano a contrastare i barbari attraverso la trasmissione di valori e tradizioni che fanno parte del dna italiano



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