Il mondo del reggae si trasferisce a Paxos


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Il mondo reggae aggiunge una tappa al tour estivo mediterraneo. Dopo Bababoom, Rototom e gli altri grandi eventi in giro per l’Europa, a fine agosto l’appuntamento è a Paxos, isola paradisiaca della Grecia ionica, per il #PRF2019, tre giorni di festival reggae tra spiagge di sabbia bianca, cineforum, dibattiti e ovviamente buona musica: artisti africani, italiani, greci per un ricco cartellone di concerti in riva al mare.

Il Paxos Reggae Festival è il 29-30-31 agosto: una tre giorni di musica e tanto altro. Tre giorni che riuniscono artisti e pubblico proveniente da varie parti del mondo nella splendida cornice della baia di Lakka, sull’isola di Paxos.

‘Il concetto di trinità ha un significato centrale nella coscienza di Reggae e Rastafari – spiegano gli organizzatori del #PRF – E’ uno sforzo congiunto per riunire artisti dall’Italia, dal continente africano e dalla Grecia, è voglia di condividere musica, pace, libertà, in modo da sentire la Terra come un unico continente e paese da amare per ciascuno di noi, ed è un luogo mitico che non si limita al ruolo di location e sfondo al nostro evento: questi sono gli ingredienti del successo di un festival che non a caso cresce di anno in anno’.

Musicisti africani e della diaspora africana che portano una ricca e unica tradizione musicale, culturale e spirituale in tutto il mondo, in un cartellone che li mette insieme a nomi noti del reggae europeo, italiani e greci: da Awa Fall (italo senegalese), che approderà a Paxos dopo la performance al Rototom ed altre tappe europee, al roots, rock e reggae di Marumba e Playmore Band di ritorno da Bababoom, agli Innacantina, Mr Joint Selecta e Sealow, anche loro a chiudere un’estate infuocata di concerti in Europa.

Dal continente africano, i ghanesi Xali Hali (tecnicamente raffinata voce di successo nella scena musicale dell’Africa occidentale) e Koblavi Dogah, il percussionista-ballerino che punta a preservare la musica e la danza tradizionale anche insegnando. Dall’Uganda, Daniel Okiror, artista nel pantheon dell’Afro-fusion – con Beats Of Hope, Eddy Mo e Audri Bera – impegnato nella creazione di un genere ugandese unico e vero che fonde diversi strumenti di base e batteria africana con strumenti moderni/occidentali in una visione senza confini. Dal Gambia, Saah Karim (The Lyrical Warrior), uno dei cantanti più talentuosi della nuova scena reggae africana. Dallo Zimbabwe, Chirovamutanda, musicista e strumentista che fonde il suono tradizionale dello Zimbabwe Mbira con l’influenza di hip hop, soul, rap e reggae. Un po’ dai banlieu parigini e un po’ dalla Martinica, Rara Dife ‘Fonpanie’, col suo stile unico che mescola influenze caraibiche (reggae giamaicano / tradizioni della Martinica) con musica afro-americana (hiphop, blues, soul e rap).

In cartellone per la Grecia, Mamaletta (Mariletta Konstantara), che ha suonato con musicisti di tutto il mondo negli Stati Uniti e che scrive musica, testi e orchestra in Hip-Hop, Trip-Hop, Jazz Fusion, Soul, Funk, Blues, Dub, Reggae, Afro, Balkan, Rebetiko e altri stili; Triggafinga, D.J. Selector che tra reggae e dancehall, si esibisce regolarmente in tutto il mondo, dall’Italia a Germania, Regno Unito, Svizzera, Portogallo, Olanda, Grecia, Spagna, Belgio, Norvegia, Isole Canarie e Giamaica; il collettivo 4DubVibes, di Larissa, nella Grecia centrale, con la parola d’ordine ‘resistenza e solidarietà’ tra roots reggae, dub ed heavy steppa sound; e da Paxos stessa, Spiros Kavvadas, musicista virtuoso che suona con i big e fonde, nei suoi spettacoli, stili diversi, compreso sirtaki, rebetiko e jazz.

Dall’isola a sud di Corfu, in questo Mediterraneo teatro di guerre, saccheggi e morti innocenti, il #PRF2019 promuove un messaggio positivo di unità, solidarietà e rispetto, che vuole raggiungere ogni target. Il festival, non a caso, ha un programma che ogni giorno si dipana in tre fasi: con il sole alto è ‘beach yard’, in spiaggia, appunto; nel tardo pomeriggio ‘roots yard’ con cineforum, workshop, dibattiti e altre attività nell’area intorno all’antica scuola nella baia di Lakka, e la sera è l’attesissimo ‘main stage’.

Il senso è quello di abbracciare tutti, turisti, popolazione paxiota, famiglie, velisti di passaggio, bambini, musicisti, artisti, appassionati venuti da ogni dove, in un festival che tiene al rispetto e alla cura della terra di tutti gli uomini.

Insieme all’associazione Plastic Free Paxos, nel senso di una responsabilità verso l’isola, l’ambiente e l’ecosistema in cui si svolgerà l’evento, #PRF2019 fa buoni passi nella direzione di un plastic free festival: niente spreco, acqua gratis per tutti (è un bene comune), ma non nelle classiche bottigliette da 50cl: solo contenitori grandi dai quali attingere con i bicchieri del festival, uno ciascuno e senza cannucce, che saranno distribuiti su cauzione così da dare loro valore e impedire orrendi tappeti di plastica post eventi. In programma anche appuntamenti collettivi di monitoraggio e pulizia della spiaggia e un dibattito/workshop sulle problematiche ambientali e in particolare della plastica.



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