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Athanasios Dritsas, un cardiologo in musica

Athanasios Dritsas, un cardiologo in musica
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Recenti scoperte scientifiche dimostrano che l’uso della musicoterapia in cardiologia aiuta i pazienti nella riabilitazione post ictus. Intervista al Dottor Athanasios Dritsas Cardiologo presso l’Onassis Cardiac Surgery Center di Atene e Compositore, Membro della Società Internazionale di Musica in Medicina (ISMM).  Spesso nei momenti di stress e nelle giornate difficili l’ascolto della musica riesce a calmarci rendendoci più rilassati e distesi. Di recente invece alcune scoperte  e ricerche hanno contribuito a gettare una nuova luce sulla musicoterapia sia in ambito neurologico che cardiologico. Tra i pionieri e luminari europei nel campo della cardiologia e della musicoterapia troviamo il Dottor  Athanasios Dritsas Cardiologo presso l’ Onassis Cardiac Surgery Center di Atene e compositore, Membro della Società Internazionale di Musica in Medicina (ISMM), che nel 2010 in una suo studio dimostrò gli effetti dell’ascolto della musica durante la fase operatoria che porta all’estubazione dei pazienti. Dai dati pubblicati dal cardiologo greco, si evince che i livelli di alcune  proteine cofattore (ad esempio l’SBP1) coinvolte nella realizzazione della fase della diastole cardiaca mutano la loro concentrazione grazie all’uso della musica aiutando così  il soggetto nella fase operatoria. In esclusiva per LiberoReporter l’intervista all’autore di questa importantissima ricerca il quale ci aiuterà a comprendere meglio la potenza che la musica ha sul corpo umano ed in ambito cardiologico.

 

 

Giuseppe Verdi disse: “Adoro l’arte, quando sono solo con le mie note, il mio cuore batte  e il flusso delle lacrime scorre dai miei occhi, le mie emozioni e le mie gioie sono troppe da sopportare”. In che modo ascoltare musica può dare effetti sulla pressione sanguigna?

Il nostro sistema nervoso autonomo segue il profilo musicale e vi sono correnti evidenze scientifiche che dimostrano come le dinamiche musicali ed il profilo stimolano il nostro tono simpatico. Per esempio un tempo musicale veloce  o un momento crescendo tende ad aumentare la frequenza del battito cardiaco  aumentando la nostra pressione sanguigna. Il contrario avviene con un tipo di tempo musicale lento rilassante  che tende a rallentare invece il battito generando un calo pressorio.

In una delle sue composizioni musicali le parla di “Guarigione naturale- Healing natural”.Qual è secondo lei una musica ideale per i pazienti cardiopatici?

Il titolo di uno dei miei video musicali che circolano su Youtube è “Guarigione naturale” e con quel titolo intendo dire che la Natura è la guaritrice ideale. Nel video che lei cita è possibile ascoltare una delle mie composizioni per pianoforte e violino incluse nel mio CD-Ydatografies/Watercolors unito a foto rilassanti che ho ricavato da paesaggi greci e da isole dell’Egeo. La musica ideale per un cardiopatico deve essere rilassante, sognante e meditativa per trascinare il cuore in una sorta di basso livello di stato energetico, lavorando a frequenze cardiache lente (60-65 battiti al minuto). La Medicina della musica deve essere adatta alla tipologia culturale a cui appartiene il soggetto,quindi la musica classica( per esempio l’Adagio di Bach, Mozart, Vivaldi ecc…) può essere ideale per gli Europei ma non per altre culture. Il soft jazz o tipologie di musica etnica rilassante può essere ideale per gli asiatici africani o per le persone appartenenti a culture non europee. Le composizioni strumentali (pianoforte ad esempio) sono particolarmente consigliate rispetto alle canzoni. Le canzoni contengono testi, parole che a volte possono stimolare reazioni indesiderate e  questo deve essere evitato.

Quali sono le tendenze future nella ricerca riguardante la musicoterapia?

Ci sono stati significativi sviluppi negli studi  condotti da neuro scienziati cognitivi che tramite l’utilizzo della scansione PET(Tomografia ad emissioni di positroni) e della MRI (risonanza magnetica per immagini) hanno voluto studiare come il nostro cervello reagisce e percepisce la musica e come il nostro cervello si comporta in seguito ad uno stimolo derivante da musica allegra o non allegra. Questo tipo di ricerca ha permesso di individuare centri cerebrali avanzati responsabili delle nostre emozioni musicali. Ora possiamo usare la musica in modo sistematico per aiutare i pazienti reduci da ictus, applicare la musicoterapia come medicina complementare nei pazienti oncologici, in pazienti in post-intervento chirurgico di recupero, ci sono molte applicazioni cliniche della musica in varie specialità mediche. C’è anche una tendenza ad utilizzare la musica dal vivo, eseguita da musicoterapisti specializzati in terapia intensiva. Penso che nel prossimo futuro saranno assunti più musicterapisti negli ospedali e cliniche al fine di collaborare con i medici per fornire un approccio olistico alla cura dei nostri pazienti.

Secondo il Maestro Claudio Abbado: “La musica è necessaria per la vita, è possibile modificarla, migliorarla e in alcuni casi è anche possibile salvarla. Per questo motivo uno degli obiettivi dell’Orchestra Mozart è quello di portare la musica al più gran numero di persone possibile “. In che modo secondo lei la musicoterapia può aiutare lo sviluppo del bambino durante la gravidanza?
L’embrione è in grado di ascoltare la musica dalla sedicesima settimana di gravidanza ed i primi stimolanti utilizzati per sviluppare il cervello dell’ embrione in questa fase iniziale sono di tipo acustico. L’embrione non ha sviluppato la visione in questa fase quindi gli stimoli fondamentali per sviluppare i neuroni del nostro cervello provengono dal suono e dalla musica.I suoni fondamentali sono il battito cardiaco della madre, i suoni respiratori della mamma e la voce ed i suoni del flusso arterioso placentare. Il canto della madre e  le ninne nanne sono molto utili in questa fase e sono altamente raccomandate per ridurre lo stress e mantenere l’embrione rilassato. Anche la musica classica di Bach, Mozart, Vivaldi ha mostrato un effetto favorevole.

In che modo la musicoterapia è coinvolta nell’ Onassis Cardiac Surgery Center ad  Atene?

Ho iniziato il mio lavoro con la medicina musicale presso il  Onassis Cardiac Surgery Center nel 1997. Nel 2001 abbiamo istituito un sistema centrale di riproduzione di musica tramite una centrale multi-lettore CD in tutte le unità di terapia intensiva sia in cardiologia (CCU) che in cardiochirurgia (pazienti ascoltavano tramite cuffie altoparlanti). Abbiamo pubblicato numerosi studi su riviste scientifiche internazionali in varie branche e materie. Alcuni di questi riguardavano ad esempio gli effetti della musica durante l’attività fisica con  tapis roulant, l’influenza della musica nei pazienti con sincope vasovagale, effetti della musica durante il recupero post-operatorio dopo interventi di by-pass ecc…  Recentemente sono stato invitato dalla Società Europea di Cardiologia come opinion leader a tenere una conferenza sulle applicazioni cliniche della musica in cardiologia durante la conferenza internazionale. EUROPREVENT  a Ginevra, tenutasi dal 14 al 16 aprile 2011, questo invito è stato un grande riconoscimento del mio lavoro e una grande onore per me.

Con la sua musica lei va dentro l’anima della gente ma con le sue mani lei va dentro il corpo dei suoi pazienti. Come si sente con così tanto potere?

I miei studi sulla medicina musica mi ha aiutato molto a concludere che in futuro dobbiamo impegnarci per un approccio olistico nel trattamento dei nostri pazienti. Non dobbiamo più separare mente e corpo, che è stato un errore della filosofia cartesiana che ha operato una tale divisione. Mente e corpo nel corso di una patologia si comportano come  vasi comunicanti ed a questo punto la musicoterapia ha un impatto importante: quando il nostro corpo soffre cerchiamo,mediante un intervento musicale creativo , di rinforzare la nostra mente al fine di mantenere la nostra integrità di persone.

La musica è il punto d’aggancio tra mente ed esercizio fisico per una buona riabilitazione dopo una malattia cardiaca. In che modo l’innovazione può rendere più forte questo legame e come?

L’attuale orientamento per un approccio integrato nella riabilitazione cardiaca è quello di formare non solo il nostro corpo tramite l’esercizio fisico, ma anche di intervenire a livello psicosociale. Il farmaco ideale è l’applicazione nell’esercizio fisico per far rispettare il tuo corpo e la musica per far rispettare la nostra mente, questo è il concetto principale di un approccio olistico alla salute.

Giorgio Mammoliti

 

 

 

 

 

redazioneBonVivre

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