Un uomo bellissimo


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“ Recitare è quasi meglio che fare l’amore – amava dire Marcello Mastroianni – recitare è un gioco. Un gioco complicato e malizioso”. E lui è stato un uomo ed un attore molto più complicato e malizioso di quanto generalmente si possa pensare.


 

Il bellissimo Marcello ha girato in quarant’anni di attività centotrenta films praticamente ha cavalcato senza sosta la storia del nostro Paese. Ma, forse, limitarsi a l’Italia è riduttivo per Marcello: lui avrebbe potuto trasferirsi a Parigi e diventare in egual misura  un grande attore o andare a vivere a New York e diventare lo stesso uno star. Il pubblico di varie parti  del mondo  è cresciuto con Mastroianni e con la sua camaleontica capacità di trasformarsi. Certo, il film che lo ha consacrato è stato certamente “La dolce vita” di Federico Fellini film-evento datato 1960.

Ed è proprio nel rapporto con Federico Fellini che Marcello si è meglio identificato come attore e come uomo. Fellini ha scritto  di lui: “ Marcello, il caro, il bravissimo, l’amico fedele, devoto, saggio. Un uomo come Mastroianni si trova soltanto nei racconti o nelle storie di certi films americani degli anni Trenta. Lavorare con lui è stata una gioia: delicato, disponibile, intelligente, entrava nei personaggi in punta di piedi, senza chiedere mai nulla, senza nemmeno aver letto il copione. Preferiva scoprire il  personaggio, giorno dopo giorno, pacatamente, domandando soltanto le cose strettamente indispensabili.”

Marcello, l’attore bellissimo che ha conquistato il mondo era proprio così: saggio, pacato, delicato, intelligente.

Se si sfoglia l’album della sua carriera si viene sommersi dalla quantità di personaggi da lui interpretati: dal tassista di  Piazza di Spagna al fruttivendolo di Firenze, dal poliziotto di Rapallo al fotografo romano entrando quasi fisicamente in tutti i ruoli con un veridicità  impressionante. Ecco il perfetto siciliano di “Divorzio all’italiana”di Pietro Germi e come scordare Domenico Soriano? Il napoletano sciupa femmine snob e superficiale di

“ Matrimonio all’Italiana” diretto da Vittorio De Sica, accanto a quell’altro mostro di bravura di nome Sophia Loren.

Proprio con questo film il 3 aprile 1964, Mastroianni, riceve a Londra il premio della British Film Accademy quale migliore attore protagonista.

Mentre scrivo scorrono le immagini solo alcune delle tante pellicole interpretate: “Le ragazze di Piazza di Spagna” di Luciano Emmer, “Cronaca di poveri amanti” di Carlo Lizzani, “Peccato che sia una canaglia” di Alessandro Blasetti che segna il suo primo incontro con Sophia Loren, “Le notti bianche” di Luchino Visconti, “Il bell’Antonio” di Mauro Bolognini, “8 E ½” di Fellini, fino ai più  recenti “La terrazza” di Ettore Scola ed ancora “Ginger e Fred” sempre diretto da Fellini con la mai dimenticata ed adorabile Giulietta Masina, “Oci Ciornie” di Nikita Michalkov , “Splendor” ancora con Scola ed accanto ad un altro vero animale cinematografico Massimo Troisi e, per annoiarvi troppo con un elenco interminabile di titoli  che, mano a mano, mi tornano in mente senza alcuna fatica, cito ancora “Stanno tutti bene”di  Tornatore e “Sostiene Pereira” di Roberto Faenza.

Ma un film che davvero mi è rimasto profondamente nel cuore ed in cui ritroviamo Marcello alle prese con Sofia è “ Una giornata particolare” per la regia di Ettore Scola. Un film che stentò a decollare i finanziatori obiettavano “ Beh, ma qui non succede niente. Poi ancora Mastroianni e la Loren, ormai sono vecchi!” L’era dei grandi produttori cinematografici stava volgendo al termine con il cinema si dovevano fare solo soldi. Quindi, si cominciò a girare il film con sei mesi di ritardo rispetto al previsto. Ma, Mastroianni attese paziente come sempre.

Il film si svolge a Roma nella giornata del 6 gennaio 1938. Mentre tutti gli abitanti di un quartiere della Capitale vanno ad assistere all’adunata per l’arrivo in Italia di Hitler. Gabriele-Mastroianni, non si è mosso dalla sua stanza e scrive. Sulla scrivania una pistola. Ad un certo punto, qualcuno bussa alla porta è Antonietta-Loren, una vicina carica di figli rimasta a casa per accudire alle faccende domestiche. La donna lo distrae dalla sua disperazione e i due finiscono con il confidare l’un l’altro le reciproche sofferenze: lui appena licenziato dalla radio per le sue tendenze omosessuali e lei una povera donna sfruttata dalla famiglia e tradita dal marito. In questo film, il tempo è rarefatto, i due sono altrove, intimamente insieme, mentre, in  lontananza si sentono le urla ed i canti di plauso di un mondo che si sta avviando allo sfacelo. Due individui soli, diversi, lontani per poche ore, forse un solo attimo, da una tragedia che incombe anche su di loro ma troppo più grande delle loro stesse esistenze.

In questo film il bel Marcello, l’uomo più desiderato dalle donne, lo sciupa femmine, da vita a un omosessuale virile e coraggioso. Costruendo il personaggio con piccoli gesti da scapolo abitudinario, con posizioni del corpo appena affettate. La sua recitazione è quasi in sordina, ora con scoppi d’ira, ora con disperazione ma sempre controllatissima. E questo ruolo gli fa guadagnare la sua seconda nomination all’Oscar. Come già accadde anni prima con “Divorzio all’italiana”. Ma, Marcello, non vinse mai un Oscar. Come dichiarò in un’intervista “Cosa gliene dovrebbe fregare agli americani di dare un Oscar a me. Dovrebbero essere molto  generosi o dei veri artisti…”.

Solo Gregory Peck  quando vinse l’Oscar al posto di Marcello disse al microfono: “ Sono molto contento anche se l’Oscar lo meritava Mastroianni”.

Concludiamo come abbiamo iniziato con le parole del bel Marcello: “ Il mestiere dell’attore io lo vivo come un gioco meraviglioso. E’ inebriante assumere sempre sembianze diverse, atteggiamenti e psicologie di qualche altro. E’ quello che fanno i bambini. E’ il gioco più antico. E’ il primo gioco che inventiamo quando facciamo finta di essere tu poliziotto, io gangster. Io mi nascondo lì, tu fai così. E uno ci crede…”.

Daniela Berti



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