TV: IMPLOSIONE AUSPICABILE – stop –


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im.no.heroGli effetti deleteri della televisione sulle nostre menti sono ampiamente dimostrati e documentati in testi e ricerche. Una eccessiva esposizione alla tv porterebbe all’isolamento, all’appiattimento emotivo, alla riduzione della capacità attentiva e di critica, e all’emulazione di gesti gravi per assuefazione a scene violente che perdono il loro valore drammatico.

La teledipendenza ha il potere di determinare danni cognitivi e sociali, di influenzare gusti, scelte e opinioni. Adottare una prospettiva costruttiva di fronte a questo problema però, comporta che si abbandoni la tentazione di incorrere in sterili polemiche, e che si parli positivo al fine di aprire una possibilità al cambiamento, considerando pregi e difetti del mezzo televisivo. Si potrebbe parlare di un bambino che diventa uomo in un susseguirsi di acquisizioni graduali, conseguenti alla stimolazione adeguata della sua mente e del suo sistema emotivo, del valore dell’interazione con gli altri e dell’arricchimento del suo mondo interiore. Sarebbe opportuno affrontare i temi del potenziamento dei diversi tipi di intelligenza (emotiva, intellettiva, morale…) di cui tutti siamo in misura maggiore o minore dotati e interrogarsi su quali ne siano i prerequisiti; individueremmo gli ingredienti della ricetta di un buon processo di crescita, dal punto di vista emotivo, relazionale, affettivo, psichico. Metteremmo in evidenza che il seme di un uomo intelligente, consapevole e libero è l’elasticità, intesa come capacità di apprendere, cambiare le proprie posizioni, riflettere, tollerare, rispettare, affrontare la vita in maniera flessibile. Infine sarebbe lecito chiedersi se la scarsa qualità di alcuni programmi televisivi, garantisca una adeguata stimolazione, una possibilità di confronto e di scelta, una facilitazione del ragionamento e della presa di coscienza, se spinga a relazionarsi con l’esterno e se arricchisca le conoscenze e le coscienze. Alla luce di tali riflessioni si potrebbero dunque trarre alcune conclusioni valutative sulle potenzialità di elicitare la vitale elasticità e sugli effetti psicologici e sociali di una tv preconfezionata. Purtroppo gli esempi recenti di tv spazzatura, dilaganti ormai in ogni forma di trasmissione, spaccano gli argini della neutralità e spingono a vomitare tutto il disgusto per le infime operazioni di distorsione dell’informazione a favore delle logiche commerciali sottostanti ad ogni messaggio. Il terremoto, una tragedia shockante che distrugge e umanamente unisce, diventa l’elemento sul quale il tg nazionale valuta lo share delle sue edizioni, ed elenca in dettaglio i numeri degli ascolti che confermano quella rete quale leader dell’informazione. Sullo stesso canale di Stato la trasmissione in seconda serata incentra il suo talk show su un argomento delicato come gli attacchi di panico; l’informazione che passa dalle testimonianze e i commenti dei due tecnici, dei vip e delle soubrettes presenti, è parziale e aberrante in termini di correttezza e chiarezza. Uno dei reality in uscita mostra le ultime settimane di vita e la morte in diretta di una giovane madre malata di tumore, che con il compenso ricevuto ha assicurato un futuro ai suoi figli; un altro gioca sulla scelta del padre dei propri figli da parte di una donna, che valuta varie caratteristiche dei concorrenti, comprese quelle dello sperma. Di fronte alla corsa alla vendita di qualsiasi cosa, dagli oggetti utili e inutili, alle emozioni e alle illusioni, alle miserie e quant’altro, in una logica per cui il fine giustifica i mezzi, è penoso sforzarsi di analizzare il valore educativo/diseducativo della tv. L’esasperazione del sensazionalismo, delle operazioni di direzione dell’attenzione e di condizionamento, di livellamento verso il basso della qualità dei programmi, della disumanizzazione delle esperienze ha raggiunto livelli estremi. L’unica possibilità di cambiamento sembra essere l’implosione del folle meccanismo, che porti ad una sana e graduale rigenerazione a partire dalle ceneri.

 



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