Lucian Freud, la realtà senza trucco.


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“ C’è una distinzione tra fatto e verità. La verità contiene un elemento di rivelazione. Se una cosa è vera fa qualcosa di più che impressionare per il solo fatto di ‘essere così’.’’ Sono le parole di Lucian Freud, artista ultraottantenne, britannico acquisito, che ha saputo parlare del corpo con la stessa maestria e con la stessa capacità di stupire i fruitori con cui suo nonno seppe fare della mente umana o più precisamente, dell’inconscio. Si perché Lucian Freud è il nipote di Sigmund Freud. Anche se di suo nonno parlerà sempre poco, lo ricorda in rari momenti di vita quotidiana, nei gesti più banali. Strano a dirsi ma del padre della psicanalisi, Lucian Freud poco si interessa e poco gli importa, tanto da affermare di aver letto quasi nulla dei suoi preziosi scritti che hanno cambiato e marchiato le coscienze dell’era moderna. Colpisce come Lucian Freud racconti delle grandi risate che si faceva col nonno: laddove ci sono degli idoli, dei miti, spesso dimentichiamo che ci sono anche delle persone e tra i ricordi vaghi, Lucian mostra la sua spiccata attenzione per le espressioni del volto umano, anche quelle più piccole, quelle invisibili. Non smentisce quindi il ‘dna freudiano’ che ha come costante la ricerca quasi accanita e meticolosa per ciò che va oltre quello che vediamo come fatto,  la verità appunto, come la chiama Lucian Freud, quella verità che contiene un elemento rivelatore.

La ricerca del pittore così ha sempre indagato il vero e soprattutto, il corpo, in ogni suo piega, in ogni sua ruga, in ogni sua variazione di colore, nelle vene violacee, nelle imperfezioni della pelle, nelle spigolosità delle membra. I suoi soggetti sono a volte timorosi e vulnerabili, altre volte sembrano a proprio agio e tranquilli pur essendo nudi dinnanzi allo sguardo scrutatore di Freud. I modelli che gravitano nello studio di Freud sono spesso legati all’artista da rapporti personali o di parentela. Dipinge le sue mogli, le sue amanti, le sue figlie, sua madre, gli assistenti, gli amici, i suoi cani e negli ultimi anni allarga la sua aria di interesse a personaggi illustri come la regina Elisabetta, o a personalità in auge tra le pagine dei gossip, come Kate Moss. Ma Lucian Freud non mira a realizzare capolavori in cui esaltare la bellezza estetica. I dipinti sono ambientati sempre nel suo studio in cui i pochi elementi decorativi sono divani lacerati, lenzuola logore o pareti imbrattate di colore. I soggetti sono dipinti con scrupolosa attenzione per i più insignificanti dettagli, Freud sembra avido di rendere la realtà, di riprodurre i corpi per quello che sono; non sono corpi che ci conquistano o che invitano al piacere, sono corpi che spiazzano per la loro estrema naturalezza e rapiscono lo sguardo per la loro cruente intensità espressiva. E come possiamo rimanere indifferenti guardando per esempio, il  capolavoro “Benefits Supervisor Sleeping” ? Il quadro, uno dei più quotati al mondo, rappresenta il nudo di una donna opulenta addormentata su un divano lercio, ed inevitabilmente, il nostro sguardo viene calamitato sulle pennellate corpose, sulla carne flaccida e cadente del corpo rilassato, sul volto paffuto e sereno della donna che con la massima disinvoltura si concede allo sguardo del pittore e del mondo intero senza alcun turbamento. La pittura di Lucian Freud sa stupirci mostrandoci una realtà dinanzi alla quale finora sembravamo cechi, una realtà che ci  conduce nel mistero infinito del corpo che mai smetterà di affascinare.

 

Michela Cella



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