I Cedri della “Riviera dei cedri”


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Il cedro ha trovato il suo abitat ideale nella fascia costiera della “Riviera dei Cedri”, nome che identifica lo splendido territorio della Calabria noto anche come Alto Tirreno Calabrese comprendente 26 comuni, principalmente si coltiva con risultati eccellenti tra Diamante, Santa Maria del Cedro e Scalea. Quello utilizzato per aromatizzare i famosi  “penicilli” è prodotto a Santa Maria del Cedro.
Ogni anno, a fine estate, secondo una secolare tradizione, giunge a Santa Maria del Cedro, per il mercato dei cedri rituali (etroghium), una delegazione ebraica per scegliere i frutti migliori.
Perì ‘etz adar, il frutto dell’albero più bello, è così che la Bibbia descrive il cedro, indispensabile durante la celebrazione ebraica più importante, la “sukkoth” la solenne festa delle capanne.
Pianta di origini antichissime la cui coltivazione è strettamente legata all’immigrazione degli ebrei “ellenici “ dei primi secoli dell’era cristiana e alla successiva occupazione bizantina, è presente sulla costa calabrese per motivi naturali e climatici; la pianta ha bisogno di un clima stabile senza sbalzi di temperatura, di acqua abbondante e soprattutto di crescere al riparo dei venti. Per tale motivo, durante l’inverno, i contadini coprono le “cedriere” con delle canne o con dei teli, questa operazione renderà difficoltoso il lavoro nel campo fino a primavera inoltrata e costringerà il contadino a stare inginocchiato per poter bene operare. A prendersi cura delle coltivazioni non sono solo i contadini, ma anche i Rabbini, più volte, durante la crescita dei cedri, giungono a Santa Maria per spinare gli alberi ed asportare le foglie vicine ai frutti prescelti (per evitare che il frutto venga danneggiato), successivamente cureranno personalmente anche la raccolta dei cedri rituali.



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