Il negozio di alimentari sotto casa: un ruolo straordinario e insostituibile.


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Ipermercati e centri commerciali, indubbiamente comodi sotto molti profili e apparentemente più economici, fanno ormai parte della  gestione famigliare Italiana. Ma è poi così vero che i colossi della grande distribuzione diano tanti  vantaggi?  Fino a qualche anno fa, la bottega degli alimentari vicino a  casa, aveva un ruolo primario,  non era solo il punto vendita dove acquistare il necessario per la nostra famiglia ma era un punto di riferimento per molti. Mamme intrappolate tra gli orari di lavoro e le esigenze famigliari, facendo una semplice telefonata si facevano preparare la spesa che ritiravano “al volo” senza dover fare code interminabili; bambini che fin da piccoli potevano rendersi utili andando a comprare il pane e il latte, (chi di noi non ha fatto questo?), ciò, non solo li faceva sentire “più grandi” ma spesso riuscivano ottenere un lecca lecca, un gelato, un piccolo premio in sostanza, che li invogliava a compiere dei piccoli servizi utili alla gestione domestica e alla loro educazione.  Veramente importante era il rapporto tra bottegaio e anziano, che spesso risultava un punto di riferimento per scambiare quattro chiacchiere, un punto di socialità per chi era solo; non da meno era il servizio che dava la bottega portando a domicilio la spesa, quindi un “qualcuno” che suonava il campanello, un modo per non sentirsi così isolati oltre al fatto di avere un servizio indispensabile. Negli ultimi vent’anni abbiamo visto sparire  queste botteghe,  con loro anche quella figura che svolgeva un compito così importante nella vita di molti, facendo largo ai grandi e asettici supermercati, aumentando le problematiche gestionali di molte famiglie e isolando chi viveva quell’unico momento di socialità.

Con loro sono scomparsi molti privilegi, la bellezza,la freschezza, la bontà e la genuinità di alimenti che nonostante si possano trovare simili, non hanno più lo stesso gusto. Quelle verdure selezionate, pulite, con il sapore di casa nostra e dal profumo indimenticabile, oggi sono state sostituite da una massa insapore proveniente da chi sa da dove. Per non parlare dei prodotti tipici locali che fanno parte della nostra cultura alimentare, della nostra tradizione, impossibili da trovare se non sottoforma di prodotti di alta gastronomia, carissimi, tanto da non entrare più nella nostra abituale alimentazione. Tuttavia,  a dispetto delle statistiche che evidenziano un’avanzata inarrestabile della grande distribuzione organizzata, i negozi di vicinato sono tornati di moda, soprattutto nelle città di medio/grandi dimensioni. La principale causa è la negativa congiuntura economica che  spinge le famiglie a spendere solo piccole cifre per volta. I consumatori si trovano a fare i conti con una contrazione della loro capacità di spesa rispetto a qualche anno fa e per questo sono diventati più prudenti anche nella spesa alimentare.  Lo dimostrano i dati forniti da Confcommercio che ci confermano una sempre crescente domanda da parte dei consumatori interessati non solo ai prezzi, ma anche alla convenienza in termini logistici. Diciamo che la gente  desidera accedere alla grande distribuzione organizzata ma in modo diverso,  si riscontra la volontà  di acquistare solo i prodotti base come scatolame, detersivi ecc. Invece   preferiscono rivolgersi al negozio “ di vicinato” quotidianamente, per acquistare i prodotti freschi e, sempre più vengono richiesti i prodotti  tipici locali. Quindi un’inversione di marcia parziale ma che offre la possibilità di ristabilire un prezioso servizio offerto dal negoziante, compresa quella sfaccettatura umana,  di notevole importanza per molti risvolti sociali e psicologici. A Bologna, ad esempio sono sorti nell’ultimo semestre 140 negozi di vicinato situati nelle periferie, soprattutto ai margini poco fuori il centro cittadino, gestititi per lo più a livello famigliare. Ci auguriamo che prima o poi, anche la politica volga una sguardo verso quella categoria che ha reso, dai tempi più lontani, un servizio insostituibile.

 



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