“Diario di un senza fissa dimora” un libro da non perdere


Add to Flipboard Magazine.

Negli ultimi anni, è comparsa una nuova categoria di persone: hanno un lavoro, ma non guadagnano abbastanza per pagare un affitto e dunque sono spinte per strada. Vivono dove possono, vagano da un luogo all’altro, qualcuno magari decide di dormire in automobile, sia pure una Mercedes.

Sono sceso in garage. La vecchia Mercedes fa ancora la sua bella figura, nonostante i diciotto anni suonati. Mi sono sdraiato dietro. Un po’ duro, ma lo spazio non manca: sono riuscito a stendere le gambe quasi del tutto. Dopo di che, sono tornato in casa a frugare nella montagna di biancheria che intasa l’ingresso: ne ho cavato un cuscino e due coperte, che ho sistemato  in macchina. Sprofondato nel divano, mi concedo l’ultima serata davanti alla televisione. Verso mezzanotte scendo di nuovo in garage. A quell’ora è difficile che incontri qualcuno. Dormirò in macchina, per allenarmi.”

Il grande etnologo Marc Augé, che rivela qui anche un brillante talento letterario, immagina la vita di uno di questi vagabondi di lusso e descrive in forma di diario i drammatici effetti indotti dalla perdita di punti fermi nello spazio e nel tempo. La situazione dei “senza fissa dimora” non mette a rischio solo la psicologia ma anche il senso della relazione, dell’identità e dell’essere. Il nostro eroe guarda dentro di sé e scopre la follia del mondo.
Inventando un genere, l’etnofiction, l’autore utilizza la forma del racconto per illuminare una realtà sociale: il suo protagonista, un amabile funzionario di medio livello, potrebbe non essere diverso da tanti di noi…



Devi essere registrato per inviare un commento Entra o registrati