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THAI CHI COL VENTAGLIO

THAI CHI COL VENTAGLIO
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Nelle mie diffuse passeggiate nei parchi di tutto il mondo mi sono spesso imbattuta in gruppi di persone che praticavano il thai chi, quella disciplina orientale che, stile interno delle arti marziali cinesi nato come tecnica di combattimento, è oggi conosciuto in occidente soprattutto come ginnastica e come tecnica di medicina preventiva. Movimenti lenti e fluidi, concentrazione, il thai chi, come la meditazione zen allinea i ritmi bioenergetici, insegna la respirazione profonda e attiva le onde theta cerebrali, quelle che scaturiscono nella fase REM del sonno.

Oltre a questi benefici la pratica del thai chi, di cui esistono varianti diverse, sviluppa la capacità di equilibrio, il coordinamento e flussi di energia interna. Una delle forme più affascinanti è quella che vede l’utilizzo di un ventaglio con scheletro metallico che entra a far parte della ‘coreografia’ e che probabilmente in passato era usato come arma apparentemente inoffensiva e facilmente nascosta.

Il thai chi col ventaglio è oggi insegnato presso l’Associazione Italiana Chen Man Ching ed è stata ideata da Yang Li che la insegna da molti anni presso il China’s College of Phisical Education di Pechino. Questa forma prevede 18 posizioni che non si ripetono mai ed è quella caratterizzata probabilmente dalla maggiore eleganza dei movimenti: i muscoli vengono allungati, la schiena si tende insieme alle gambe e genera un insieme molto gradevole. Il ventaglio utilizzato ha stecche di bambù o di metallo e viene acquistato nei negozi specializzati in arti marziali. Per chi volesse rendersi conto con i propri occhi sono disponibili su YouTube molti video su questa disciplina che può essere praticata anche da chi abbia esperienza di danza classica e ginnastica artistica. Per ciò che riguarda il Thai Chi tradizionale ci sono 6 differenti Stili riconosciuti dal Governo Cinese, un settimo è in via di riconoscimento. I 6 stili sono collegati l’uno all’altro ed anche se i loro movimenti esterni sono un po’ differenti le energie interne sono le stesse.

In Italia, oltre allo stile di Cheng Man Ch’ing, si praticano principalmente lo stile Chen, il più visibilmente marziale con posture basse, movimenti ampi, salti ed “esplosioni” evidenti di energia, e lo stile Yang che conserva l’evidenza delle azioni marziali da cui è composta, ma con movimenti fluidi e privi di maggiori discontinuità. Altri stili tradizionali sono lo stile Wu, lo stile Sun e lo stile Wudang. Per una panoramica sulla storia e le peculiarità degli stili vi consiglio di visitare il sito http://www.centrotaichichuan.it che fa capo alla più importante scuola di Milano e nel quale  sono segnalate le più importanti scuole italiane. E spero che presto incontrerò nei parchi anche gli amici di Bonvivre, incuriositi e affascinati da questa disciplina.

Johann Rossi Mason

redazioneBonVivre

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