Il rasoio romantico di King


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Stephen King  abbandona (per una volta) l’horror, e lo fa con risultati entusiasmanti. Il “Re”, con il nuovo libro dal titolo ‘22/11/63’ (edito da Sperling & Kupfer – euro 23,90), scrive una storia da viaggiatore del tempo attraverso il suo protagonista, il professore d’inglese Jake Epping, che passerà attraverso la “buca del coniglio” (posta sul retro della tavola calda del suo amico Al) e si addentrerà nel 9 settembre 1958. Sarà proprio Al, poco prima di morire, ad affidargli una missione fondamentale per le sorti del mondo: impedire l’assassinio di Kennedy il 22 novembre 1963 a Dallas. Il professor Epping potrà fermarsi quanto vuole nel “mondo di allora” con la possibilità di poter tornare indietro, e ogni volta saranno passati comunque solo due minuti del “mondo di oggi”, ma con un’avvertenza: ad ogni nuovo viaggio corrisponde un “riazzeramento” delle azioni svolte nel viaggio precedente.

Epping farà delle “prove” per cambiare il passato, come quando salva a Derry una famiglia dalla strage che avrebbe compiuto il padre alcolizzato, e tornerà nel 2011 per confutare o confermare la bontà delle sue azioni all’esame della Storia futura grazie a quell’immensa fonte del mondo di oggi rappresentata da internet. La grande angustia del protagonista, che nel “vecchio mondo” si farà chiamare George Amberson, è data dall’espressione “effetto farfalla”. La possibilità, cioè, che modificando anche le più piccole azioni del passato si possa sconvolgere il mondo modificando la catena degli eventi: il risultato positivo non è garantito.

Tuttavia, impedire a Lee Oswald di commettere l’assassinio di Kennedy per migliorare la catena degli eventi mondiali (soprattutto per annullare la guerra in Vietnam) è una tentazione troppo forte, e il buon Jake Epping, munito dei preziosi appunti di Al, con tanto di risultati sportivi dell’epoca (per vivere di facili vincite alle scommesse), si avventura nella missione.

Il tuffo negli anni cinquanta sarà anche l’occasione per un amore intenso e disperato.

E’ questa la sorpresa migliore del romanzo; il lato romantico e meno conosciuto di Stephen King che farà vivere una storia nella storia, mescolando l’amore più vigoroso e sensibile con i grandi avvenimenti della Storia maiuscola. La bibliotecaria Sadie e il professor Epping si ameranno a dispetto delle epoche e degli avvenimenti, con tanto di geniale rivalsa sul destino che li vede abitanti di epoche diverse.

Lee Oswald sarà fermato, o forse no, perché il passato lotterà per opporsi ai cambiamenti come se avesse un’anima propria e ribelle, mentre il futuro non avrà lieti battiti d’ali di farfalla.  E’ un’impresa titanica quella di King (e infatti il progetto era nel suo cassetto già dal 1972). Poderoso il numero di pagine, 767, immenso il lavoro di ricerca dello scrittore del Maine che, per la verità, a volte esagera nelle descrizioni d’epoca producendo un surplus di parole evitabile.

Scrivendo questo libro, dove Lee Oswald è il protagonista del Male, King sceglie di escludere la teoria complottista sull’attentato al presidente Kennedy. “ In questi 48 anni qualcosa sarebbe uscito, dichiara, ed io sono per la teoria del Rasoio di Occam: la soluzione più semplice è quella più giusta”.

Forse non avremo mai un “The End” sull’assassinio di John F. Kennedy: caso così controverso, misterioso e inesplicabile.

E’ certo il risultato di King: la maestria con cui usa il suo personalissimo rasoio per squarciare la Storia e per sviscerare l’amore insieme ai grandi temi etici, è da romanticismo affilato nella nostalgia più seducente.

Viva la Sua Maestà, e viva il 1958 riemerso dalla “buca del coniglio”.

 

Danilo Stefani

 

 

 



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