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Letto per voi: Scacco allo zar

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Gennaro Sangiuliano - foto di Vanessa Quinto

Ha una penna felice Gennaro Sangiuliano, vicedirettore del TG1 Rai con la passione per la storia. Ha individuato, approfondito con una accurata ricerca e proposto con rara gradevolezza un breve ma nodale episodio della vita di Lenin, i suoi soggiorni capresi, poco noti ma fondamentali nella genesi del movimento rivoluzionario. Una fotografia e non un romanzo storico – come tiene e precisare l’Autore – che risulta straordinariamente interessante anche a chi non sia particolarmente appassionato di storia perchè il biennio preso in esame è contornato in maniera sapiente dal profilo del protagonista e delle figure che lo circondano e che sono parte integrante della storia della politica moderna.

Vladimir Il’ic Ul’janov è un uomo piccolo e apparentemente poco interessante, ha la fronte stempiata, baffi e pizzetto. Sono gli occhi che rivelano una mente brillante e talora un carattere difficile, del tutto votato alla causa rivoluzionaria, in cui si intravede in parte l’effetto sulla società russa attuale. E Sangiuliano fotografa una rivoluzione che in realtà parte da una élite di borghesi aristocratici che desidera inculcare la passione politica nelle masse contadine. Un paradosso di stile di vita affatto dissimile dal potere che lavorava per abbattere. E non a caso questa élite colta e intellettuale sceglie Capri per il proprio riposo, un esilio nel caso di Lenin che si divideva tra Londra e Parigi, base logistica della rivoluzione. Dopo la fallita rivoluzione del 1905 infatti all’ombra dei Faraglioni si era formata una piccola colonia di russi che avrebbe dato vita alla cosiddetta ‘scuola di Capri’ corrente teorica che propugnava una variante teorica del comunismo e del bolscevismo. Si teorizzava infatti la possibilità di rendere la politica e il socialismo in particolare una forma di dogma, una vera e propria religione, che sarebbe stato più facile inculcare e più difficile scalzare successivamente. Una religione laica che si fondava sul concetto di ‘homo novus’. Correnti laterali non sempre gradite a Lenin e che gli facevano rischiare di perdere la leadership: guidare il movimento dall’estero poi non era facile e sullo sfondo del biennio caprese si stagliano figure che spesso vengono vissute come una minaccia e non di rado saranno eliminate fisicamente. La crudeltà, il cinismo, il ricorso agli omicidi e alle rapine per finanziare la causa politica, nonché i rapporti con l’industria tedesca e il potere americano per ottenere i fondi utili alla rivoluzione sono elementi che rendono il libro intrigante come una spi story. Capace di raccontare con un vocabolario ricercato ma non ostentato Sangiuliano è il docente di storia ideale, lo scrittore rigoroso e il cronista curioso. A me, che di questo pezzo di storia ricordavo pochi elementi studiati al liceo ha aperto una finestra di raro fascino e renderà le prossime visite a Capri un viaggio a ritroso nella storia, immaginando di passeggiare nei viali dove Lenin ha posato i suoi passi e di scorgere dietro gli alberi le ville dove il socialismo delineò i propri contorni. Tutto il resto è, semplicemente, storia.

Johann Rossi Mason

 

Gennaro Sangiuliano

Scacco allo Zar

1908 – 1910: Lenin a Capri, genesi della Rivoluzione

Mondadori

2012

pagine 154

Euro 18,50

redazioneBonVivre

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