Il faro di Punta Scorno – Isola dell’Asinara


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E’ iscritto all’elenco fari n  n° 1426,  Latitudine: 41° 7,1` N – Longitudine: 8° 19,1` E,  è situato a nord ovest del golfo dell’Asinara.  Fu costruito nel 1854 e attivato nel 1859 dal Regio uffico del Genio Civile del regno di Sardegna. La torre circolare è alta circa 35 metri, costruita al centro di un fabbricato di servizio a tre piani.  Sorge solitario su una piccola altura, nella parte più settentrionale dell’isola dove la terra  finisce e si getta in mare, e da lassù domina avvolto in una tavolozza di blu e di verdi.  Il faro di Punta Scorno è tra i più antichi in Sardegna ed è tutt’ ora funzionante. La luce del faro venne accesa per la prima volta nel 1859, ed entro breve tempo i pochi  abitanti dell’Isola, quasi tutti di origine ligure,  vennero allontanati per lasciare posto alla costruzione di un lazzaretto, dove far sostare in quarantena gli equipaggi provenienti da zone Mediterranee in cui imperversavano le epidemie.  In seguito, una volta disabitata, venne  anche adibita a colonia penale.  Gli abitanti dell’isola vennero così definitivamente allontanati, sembrerebbe dietro un indennizzo di 750 lire, e fondarono il villaggio di Stintino.

l faro e i suoi custodi si ritrovano così, in quella porzione dell’ Isola controllata dal Ministero della Marina, a convivere con una nuova realtà, quella del carcere.

Tutti i fari hanno le loro storie da raccontare e sotto la lanterna del faro di Punta Scorno la più famosa che viene ricordata è quella delle tre sorelle Vitello, figlie del fanalista Filippo. Nella notte del 15 Settembre 1953 le ragazze salvarono tre naufraghi, caduti in mare da una imbarcazione che stava affondando, recuperandoli con una piccola barca che avevano messo in mare quando si erano rese conto del pericolo che gli uomini stavano correndo. Per questa coraggiosa impresa le tre sorelle Anna, Ida ed Elisa furono insignite della medaglia di bronzo al valore della Marina, uniche donne nella storia a ricevere questa onorificenza.

Nel 1977 il faro è stato automatizzato e l’ ultimo fanalista ha chiuso definitivamente il  grande portone di legno. Si trattava di Gian Franco Massidda, la cui famiglia era arrivata all’ Asinara nel 1889 quando Francesco, suo nonno, si stabilì presso Cala Reale come appaltatore.  L’incuria sta lentamente aggredendo tutte le strutture nonostante il valore storico di questi edifici. Queste vecchie strutture, antiche a maltrattate, abbelliscono l’orizzonte e riportano con il pensiero ad un tempo in cui l’uomo che solcava il mare contava su un altro uomo, in cima al faro, per tornare sano e salvo a casa



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