Tutti i misteri mai svelati sul basilico


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Il  basilico (Ocimum basilicum) è una pianta erbacea annuale, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, normalmente coltivata come pianta aromatica. Originario dell’India, è utilizzato tipicamente nella cucina italiana.

Il basilico cresce bene quando il sole è abbondante e la temperatura tra i 20 ºC e 25 ºC, come nel clima mediterraneo, e non resiste a temperature inferiori ai 10 °C. Gradisce annaffiature frequenti, ma con un suolo ben drenato, in quanto i ristagni d’acqua sono dannosi per le radici. Si coltiva negli orti o in vaso.

Il periodo di fioritura è tra giugno e settembre. Le piante di basilico devono essere regolarmente cimate, asportando gli apici vegetativi e i fiori, per consentire una crescita rigogliosa e per allungare il ciclo di vita, che termina con la produzione dei semi.

La propagazione per semina si effettua in primavera, verso marzo-aprile. In un clima temperato, la semina può essere fatta in serra o in vasi mantenuti ad una temperatura di circa 20 °C. Il trapianto in piena terra si può fare quando la temperatura esterna minima supera i 10 ºC e non c’è pericolo di gelate notturne, quindi tra aprile e maggio a seconda del clima locale. Luglio e agosto sono i periodi migliori per la raccolta delle foglie.

Il basilico è sensibile a diverse malattie che possono ridurre il raccolto, come quelle causate dai funghi parassiti Fusarium oxysporum o Botrytis cinerea, che produce un marciume grigio sulle foglie.

 

Molte se ne dicono sul basilico, addirittura che contenga degli oli, l’estragolo e il metileugenolo, che risultano tossici, persino cancerogeni ma nulla è mai stato provato a tal riguardo. Le notizie nettamente contrastanti su questa pianta risalgono alla notte dei tempi.

 

Gli egizi e i greci antichi ritenevano il basilico fosse di  buon auspicio per l’aldilà e usato, quindi, per le imbalsamatore,  e  i crociati ne riempivano le navi per cacciare insetti e cattivi odori.

Al tempo dei Romani, il basilico non era tenuto in buona considerazione: simbolo diabolico, di sfortuna e di odio, Plinio il Vecchio attribuiva alla pianta capacità di generare stati di torpore e pazzia e secondo Crisippo poteva essere dannoso per lo stomaco e per il fegato.  Questo perché gli antichi romani lo associarono alla figura mitologica del basilisco, creatura a forma di serpente in grado di uccidere con lo sguardo: il basilico sarebbe servito come antidoto al suo veleno. Una leggenda africana sostiene, inoltre, che il basilico protegge contro gli scorpioni.

Nel medioevo, la pianta era utilizzata per guarire le ferite ed era un ingrediente dell’acqua vulneraria, usata un tempo per applicazioni esterne. Alcuni naturalisti, come Nicholas Culpeper, lo ritenevano invece velenoso. Una leggenda medievale lo cita come capace di attirare gli scorpioni, qualora le foglie fossero messe sotto un vaso. Nelle miniature di alcuni manoscritti, il basilico è il simbolo dell’odio e di Satana. Il folklore ebraico suggerisce invece che dia forza durante il digiuno.  Il massimo però lo raggiunse  Lisabetta da Messina, eroina del Decamerone di Boccaccio, che  seppellì la testa del suo amante in un vaso di basilico.

 

 



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