Borghi di Liguria. Castelvecchio, tra alpi e mediterraneo


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Castelvecchio, ovvero la bellezza dell’antichità. Il castello che dà il nome al borgo dove mi trovo sorge nell’ XI secolo come feudo della famiglia Clavesana lungo il tragitto che unisce il ponente ligure al Piemonte: pista obbligata per eserciti, mercanti e pellegrini. E’ la cosiddetta via dell’olio e del vino – ma anche grano e legname – che va dalle Alpi al Mar Ligure. Storicamente, questa posizione strategica pone il borgo al centro dei ricorrenti conflitti tra Piemonte, Francia e Liguria.

Ma la stessa posizione che per secoli lo ha salvato da vicini tanto potenti, in qualche modo lo protegge oggi dalla cementificazione e dal turismo di massa: non ci sono autostrade, e la stazione ferroviaria più vicina è quella di Albenga, tra Genova e Ventimiglia. Un’ accessibilità non delle più agevoli. Conseguenza demografica: 194 abitanti, secondo i dati Istat del 2001. La minoranza etnica più consistente è data da 4 (quattro) cittadini danesi.

La rocca di Castelvecchio è considerata il borgo più bello della Val Neva. Arrivo a piedi al castello per ripidi e tortuosi carruggi, che hanno resistito nei secoli agli assalti saraceni e tuttora scoraggiano le incursioni di Suv e fuoristrada. Le buone condizioni attuali del maniero, da cui si gode un’ampia visuale sul borgo e l’intera vallata, si devono all’assidua manutenzione da parte della famiglia che oggi lo abita. Che luce, che aria buona. Clima fresco, intriso di erbe e aromi.

Case medievali in pietra, portali in tufo, finestre incorniciate in bianco con vezzo provenzale: stilisticamente, quasi un raccordo tra Mediterraneo e Alpi. Tetti a terrazza, sottotetti ad arco, costruzioni rafforzate da robusti archi antisismici, che danno al corpo abitato arroccato sul monte quasi un’immagine compatta di fortilizio ben munito.

La bella chiesa dell’Assunta – una struttura medievale poi ricostruita in età barocca – conserva nella cuspide del campanile l’aspetto originario.

Mirabile il panorama che si può godere dal poggio della Madonna delle Grazie (XVII secolo), dominato da antiche cascine sparse e dalle fasce coltivate tipiche dell’agricoltura ligure: vigneti e ulivi, soprattutto. Di qui, oltre all’olio extravergine, vini prelibati come il Pigato e il Vermentino. Piatti da degustare, i raviolini freschi di borragine e la zuppa di farro.

GLC



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